Considerazioni sull'intervista a Mazzanti

Leggo con piacere l’intervista fatta da Giancarlo (Rioloblog) a Giovanni Mazzanti.
Finalmente dopo tante illazioni forse in questa intervista si intravedono meglio, anche se non tutte, le motivazioni che hanno portato Giovanni alle dimissioni. Motivazioni che in gran parte condivido e dirò il perchè.

Dico questo, anche se, parlando qualche tempo fa in un incontro pubblico con un giornalista di spessore quale Gianluca De Feo e rispondendo ad una mia provocazione sul ruolo latitante svolto dalla stampa italiana sul giornalismo d’inchiesta, lui ha affermato che molti giornalisti ormai in Italia hanno abbandonato questo metodo per dedicarsi esclusivamente alle interviste. Esattamente al contrario di quello che succede negli altri Paesi, specie quelli anglosassoni, perché nelle interviste si dicono molte bugie, o meglio,  gli intervistati dicono quello che la gente vuole sentirsi dire o si dipingono per come non sono.

Con questo non voglio dire che Giovanni in questa intervista dica delle bugie, ma credo anzi che dica delle cose che forse andavano dette anche prima, specie all’interno del suo partito o dell’amministrazione, ma allo stesso tempo forse vuole fare capire anche altre cose.

Partirei da quel 20% in meno ottenuto alle elezioni di 3 anni fa.
Già allora nel centrosinistra auspicammo di invertire la tendenza, cercando la partecipazione dei cittadini, ad iniziare da quella settantina di persone di diversi orientamenti politici del centrosinistra e alcuni senza partito di riferimento, fette di società civile, e soprattutto non pochi per un comune come Riolo che avevano contribuito alla stesura del programma.
Ricordo poi a Giovanni che si era deciso di dare una delega, (o è stata data?) per l’istituzione e la gestione di alcune consulte capaci di coinvolgere, in svariati settori, i cittadini riolesi nelle decisioni che l’amministrazione doveva prendere.
Consulte aperte a tutti i cittadini che ne fossero stati interessati, indifferentemente dal loro orientamento politico.
Ma che fine hanno fatto questi buoni propositi?

Vorrei ricordare, come ho fatto 2 mesi fa, quando sono stato convocato dal Partito Democratico per discutere delle dimissioni del capogruppo (più di un mese dopo che queste si erano verificate), che il dato più preoccupante per la nostra coalizione era che, oltre ad avere perso il 20% di voti alle ultime elezioni, il centrosinistra a Riolo governava con meno del 50% dei consensi dell’elettorato, presumibilmente non aumentati in questi 3 anni.

Per cui concordo con Giovanni che nei primi 3 anni di questa legislatura i partiti non si siano ”messi in carreggiata”, a cominciare dal partito maggiore (il PD), che, mi sembra di capire da ciò che afferma Giovanni, ha diversi problemi al suo interno. Ma non entro nel merito dei problemi interni alla democrazia e alle regole di altri partiti.

Nel frattempo 3 anni li abbiamo persi e non abbiamo ricostruito un rapporto con la nostra gente, non abbiamo saputo invertire la tendenza e non abbiamo avuto la capacità di coinvolgere i cittadini nell’azione politica e amministrativa del Paese.

Ora abbiamo chiesto al segretario del PD e al Sindaco che in questi ultimi 2 anni di legislatura, ognuno per il ruolo che gli compete, si abbia la volontà di coinvolgere maggiormente i propri Assessori, i propri Consiglieri e i partiti di maggioranza nelle decisioni necessarie per riportare l’azione politica e amministrativa in primo piano nel Paese.
In un’ottica di confronto aperto con i cittadini.

Ma ho forti dubbi che questo possa accadere. Ho la netta sensazione che su una serie di azioni e decisioni amministrative si stia discutendo, come avveniva qualche tempo fa, solamente all’interno del maggiore partito, per poi, trovata la quadra, chiamare i “piccoli” e chiedere di “condividere” le decisioni prese.

A Giovanni, che ha parlato di collegialità, chiederei come si sentiva in quelle riunioni in cui i partiti minori venivano invitati a “condividere” le decisioni del PD, dal momento che era capogruppo di maggioranza, per cui anche nostro.
Rammentandogli che in alcune occasioni non c’era una larga collegialità e non mi sembrava che lui si discostasse molto dalle affermazioni fatte dai dirigenti del suo partito, nel confronto con chi sollevava dubbi o soluzioni alternative.

Mi stupiscono invece alcune cose.

Che un politico navigato come Giovanni, a meno che non vi siano questioni strettamente personali, protocolli una lettera di dimissioni il sabato, mentre il Sindaco è in ferie con un Consiglio Comunale convocato per il martedi successivo.
A differenza di quello che dice nell’intervista, non penso che il suo gesto di dare le dimissioni da capogruppo abbia solamente lo scopo di fare aprire un dibattito, ma che sia frutto piuttosto di frizioni politiche.

A questo punto, bisogna capire bene da Giovanni se i suoi sono “dissapori” politici o amministrativi.
Perchè se politici è bene che li chiarisca all’interno del suo partito, ma se sono riguardanti l’attività amministrativa, come si può intendere dall’intervista parlando di collegialità nelle scelte, (e qui io sto alle sue parole,) la collegialità a livello amministrativo la garantisce il Sindaco, e allora se non sono dissapori, sono comunque modi di vedere diversi nella gestione dei problemi o delle decisioni da prendere, e questo mi preoccupa ancora di più, perché come capogruppo di maggioranza avrebbe fatto bene, prima di dimettersi, a rivolgersi a tutti i soggetti che avevano contribuito alla sua elezione, per evidenziare gli eventuali problemi.

Concordo invece con Giovanni quando afferma che il futuro candidato Sindaco non lo nomina il “Picchio” o qualche dichiarazione rilasciata ad un giornale, ma lo possano decidere le elezioni primarie, come previsto nello statuto del loro partito.

Bene, anche io chiedo, riportando anche il pensiero SEL valle del Senio, che primarie siano e soprattutto che lo siano di coalizione.
Non scelte fatte al chiuso di sezioni, ma scelte fatte con il coinvolgimento della cittadinanza, con la discussione pubblica dei programmi dei candidati Sindaci del centro-sinistra e che tengano conto dei contributi che possono arrivare dai cittadini.

Per quanto riguarda il nuovo capogruppo, chiediamo che a ricoprire quel ruolo, sia un Consigliere e non un rappresentante della Giunta, per mantenere separata l’azione amministrativa dall’azione politica.
Un capogruppo deve essere capace di coordinare l’azione dei consiglieri di maggioranza e deve stimolare l’Amministrazione nello svolgimento della propria funzione, ancor più in questi ultimi 2 anni di legislatura.

Ormai sono passati alcuni mesi dalle dimissioni di Giovanni ed è bene che al più presto venga eletto il nuovo capogruppo.

Francesco Rivola
Portavoce SEL valle del Senio

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