"Le proposte di Sel per il mondo del lavoro"

Lunedì 21 novembre 2011
alle ore 20,30

presso la Sala del Consiglio Comunale di Riolo Terme

Interventi:

- Gian Guido Naldi (Consigliere Regione Emilia Romagna Gruppo Consigliare Sel-Idee Verdi)
Saluti e presentazione del lavoro nella Regione Emilia Romagna

- Idilio Galeotti (Segretario Generale NIDIL - nuove identita' di lavoro - Cgil Ravenna)
I nuovi contratti di lavoro, i lavoratori "atipici"

- Francesco Rivola (Assessore alla Formazione della Provincia di Ravenna)
Situazione attuale e obiettivi futuri della Provincia

Conclusioni dell'On.le Alfonso Gianni


Iniziativa organizzata con il contributo del Gruppo Assembleare SEL-idee Verdi della Regione Emilia-Romagna
in collaborazione con il circolo SEL Valle del Senio

Il muro crollato

I giorni scorsi è crollato un muro a Barletta ed ha sepolte 5 vite.

Cinque vite, persone in carne ed ossa, non numeri, che avevano le loro famiglie, le loro passioni, le loro aspettative di vita, le loro speranze.

Cinque vite in carne ed ossa, come tante volte dai bollettini dei giornali e telegiornali non riusciamo nemmeno più a percepire.

Non è stato solo il crollo di un muro fisico, fatto di mattoni e di cemento (poco) , ma il crollo di un muro che ha squarciato la quotidianità, quel muro che sempre più si stà alzando per nascondere la realtà di un Paese a cui mancano prospettive, il muro dell’indifferenza che consente alle persone di morire per meno di 4 euro all’ora, in laboratori che tutti conoscono ma che nessuno vede.

Il muro della disperazione che ti porta a lavorare per poco senza chiedere contratti, garanzie , tutele, sicurezza, perché pur essendo sfruttata, un lavoro ce l’hai, una mano in casa puoi darla, puoi permetterti di fare un regalo ai tuoi figli o magari un sabato al mese ti puoi concedere una pizza con gli amici e la famiglia.

Il muro, che in nome delle difficoltà economiche, elevando la flessibilità all’ennesima potenza, in diritti, in stipendio, in luoghi di lavoro, precari come chi vi è sfruttato dentro, dobbiamo accettare.

Il muro che si alza per nascondere l’unica cosa in espansione nel nostro Paese, il lavoro nero, che vede coinvolte le fasce più deboli della società, le donne ( a Barletta è toccato a loro), i giovani , gli immigrati, che stanno vivendo una vita da precari e precaria, perché senza regole, senza diritti, senza tutele , viene a mancare anche il diritto alla vita.

Il muro della vergogna, che nascondeva persone che lavoravano dove non avrebbero dovuto lavorare, in condizioni che la nostra società ha creato negli ultimi 20 anni , da una parte è diventato il Paese dei SUV, delle auto di lusso, degli sprechi, dall’altro si sta creando il Paese delle povertà, delle sofferenze, delle esclusioni.

Il muro che vede ghettizzare la dignità del lavoro, che la estromette dai laboratori, dalle piccole aziende, con l’indifferenza del governo e degli organi che dovrebbero controllare, ma anche nelle grandi aziende , grazie al governo che attraverso un articolo 8 di una tante leggi finanziarie di quest’estate, ha reso più facile licenziare, precarizzando ancor di più il mondo del lavoro, e nella precarizzazione sappiamo bene che cresce l’illegalità, forse a qualcuno non dispiace questo.

Fire

Resoconto riunione forum beni comuni



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COMUNICATO STAMPA - sostegno al documento sulla sanità

Il Circolo SEL Valle del Senio esprimere il sostegno al documento sulla sanità presentato venerdì scorso in conferenza stampa congiunta dei sindaci dei comuni e dai rappresentanti dei partiti che compongono le maggioranze del comprensorio faentino. Crediamo nell'importanza di questo documento in quanto rappresenta una risposta tempestiva su un tema così importante come quello della sanità locale. Tema che nell'ultimo periodo ha toccato da vicino in particolare i cittadini riolesi, i quali hanno visto modificarsi alcuni servizi come ad esempio il dimezzarsi da un giorno all'altro del'orario del consultorio rendendo cosi' ancor meno fruibile tale servizio anche per coloro che abitano a Borgo Rivola o Casola Valsenio. 
Il servizio CUP inoltre, che gestiva l'80 per cento delle prenotazioni visite ed esami, passa da 6 giornate a 3 e non puo' essere sostituito dalla farmacia, che pur svolgendo un buon servizio, attualmente per mancanza di spazi non tiene conto a pieno delle esigenze di privacy dei cittadini. Il nostro circolo intende dare pieno appoggio a Claudio Casadio nel ruolo di Presidente della conferenza sanitaria e auspica che il documento elaborato, unanime e condiviso, sia solo l'inizio di un percorso di confronto tra AUSL, Comuni e i partiti al fine di apportare alla sanità locale tutte le modifiche migliorative che necessita.

SEL Valle del Senio

Nomina dei nuovi portavoce del circolo

A seguito della nomina di Francesco Rivola di Assessore Provinciale nella Giunta Casadio, il Circolo Sel Valle del Senio ha ritenuto di procedere a una nuova riorganizzazione interna. La riunione degli iscritti ha eletto Conti Emanuele Portavoce del circolo affiancato da Gianluca Di Marzio.
"Un particolare e sentito ringraziamento va al neo Assessore Provinciale Francesco Rivola che ha condotto il circolo dalla sua nascita fino al raggiungimento di importanti risultati elettorali e che non manchera' di collaborare con noi per le iniziative che si vorranno mettere in campo per il prossimo futuro" - "Crediamo si debba proseguire a lavorare per il nostro territorio e continuare con l'organizzazione di eventi che verranno messi in campo anche grazie al coinvolgimento di coloro, non necessariamente iscritti e tesserati, che intendono impegnarsi dando un proprio fattivo contributo di idee." I nostri incontri infatti continueranno ad essere aperti non solo ai tesserati del circolo, ma anche a tutti quelli che si sentono vicini ai valori della sinistra, ma non si sentono rappresentati a pieno da alcun partito.
Inoltre la mutevole situazione politica nazionale e l'avvicinarsi delle elezioni amministrative nel Comune di Riolo Terme, fa in modo che tanto sia il lavoro da svolgere nei prossimi mesi per discutere del futuro del nostro comune e per collaborare con gli altri partiti del centrosinistra alla costruzione di un progetto condiviso con i cittadini riolesi. 

Saluti cordiali.
Emanuele Conti
emanuele-conti@libero.it
Gianluca Di Marzio
3395809499
zaza.zaza@alice.it



Assemblea Nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà



A questo indirizzo (link) si posso ascoltare i singoli interventi compreso quello del nostro coordinatore regionale Giovanni Paglia

comunicazione interna 9


Vi scrivo per informarvi che giovedì 23, alle ore 20,45 presso Rio Brado a Riolo Terme si terrà una riunione del circolo SEL Valle del Senio.
ODG:
1- Discussione in funzione della conferenza di organizzazione (link) fissata per martedì 28 a Bagnacavallo
2- Varie ed eventuali
Attendo le vostre conferme e mi auguro possiate partecipare numerosi!
Gianluca

a monte Mauro per vedere le lucciole

Venerdì 24 giugno alle 20.30 l’associazione trekking nasturzio, organizza un’uscita a monte Mauro per vedere le lucciole.

Il programma è il seguente:
Ore 20.30 ci si trova a Riolo Terme davanti al bar playa (di fronte alla chiesa).
In base ai partecipanti si organizzano le auto per avvicinarci a monte Mauro.
Partiremo per portare le auto lungo la strada di monte Mauro indicativamente in località “aeroporto”.
Di qui si sale a piedi fino in cima a monte Mauro e attraverso il sentiero 511 che attraversa il bosco, arriveremo dove potremo ammirare lo spettacolo delle lucciole.
Poi scenderemo di nuovo verso le auto.

Il percorso si farà su strada e su comodi sentieri, servono comunque scarponcini e una torcia elettrica.
L’intera serata durerà in totale un paio d’ore.

Chiunque partecipi è responsabile di sé stesso, gli adulti anche dei minorenni che accompagnano.
Fatemi sapere se siete interessati entro giovedi sera.

Francesco (mail)
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Ordine del giorno conclusivo dell’assemblea nazionale SEL

LA PARTITA È RIAPERTA

Lo straordinario successo conseguito dai referendum contro la privatizzazione dell’acqua, la ripresa del programma nucleare e il legittimo impedimento segnano uno spartiacque nella storia politica del nostro paese, come già in passato accade con altre consultazioni referendarie “epocali”, come quella per il divorzio nel 1974 o per la modifica del sistema elettorale nel 1992.

È il successo di una lunga accumulazione di “forze democratiche” che si sono affacciate nello spazio pubblico italiano: gli operai metalmeccanici che scendevano in piazza ad ottobre e che poi si ritrovavano con tutte le categorie nello sciopero generale, i giovani che invadevano le piazze del 14 dicembre, il milione di donne e uomini all’Europride, i cittadini che si sono mobilitati per l’informazione libera e per i diritti della cultura, i migliaia di comitati che proprio intorno all’acqua sono diventati la colonna vertebrale del movimento e, soprattutto, le immense e straordinarie mobilitazioni promosse dalle donne il 13 febbraio scorso.

La straordinaria partecipazione, dopo un quindicennio di mancati quorum, e la valanga di Si ai quesiti proposti ci consegna un dato sul quale tutti dovranno riflettere: questi referendum rappresentano un generale processo di critica al berlusconismo ed alle retoriche predicazioni, anche del centrosinistra, che hanno fatto delle privatizzazioni il canone cui conformarsi per oltre vent’anni. Risultano, quindi, approssimative le interpretazioni che tendono ad accreditare questa vittoria o come la manifestazione esclusiva dell’opposizione politica a Berlusconi, ma non bisogna dimenticare i milioni di elettori di centrodestra che vi hanno partecipato, o, specularmente, come un trionfo della critica al sistema politico tout court. Riteniamo che entrambe le posizioni siano certamente valse a contribuire alla vittoria, ma che il processo referendario sia stato una critica generale ai processi di governo oligarchici, sia per quanto riguarda i metodi (da cui la critica anche ai partiti) che per il merito delle decisioni (con una netta presa di distanze dal conformismo neoliberista).

Il risultato del referendum indica, inoltre, che il lavoro importantissimo dei comitati civici, delle associazioni, veicolato con strumenti poveri e soprattutto attraverso la rete informatica, sia riuscito prima a raccogliere un numero impressionante di firme a sostegno dei referendum e poi a mutare il senso comune che si era imposto nel corso degli ultimi anni. È esemplare la positiva “svolta” del Pd, in particolare sui temi della privatizzazione dell’acqua, dove sono state messe in minoranza le posizioni privatizzatrici e sviluppiste che erano egemoni fino a poco tempo fa sui temi dei servizi pubblici e persino su quelli delle energie rinnovabili.

Oggi risulta assolutamente improcrastinabile fornire una risposta non ideologica alle domande di senso che emergono dalla società. Si è fatta imprescindibile la realizzazione di una nuova idea di ecologismo di sinistra, che sappia coniugare le domande di eguaglianza con quelle di sopravvivenza del pianeta e della specie umana. La chiave di lettura di questi referendum, per noi soprattutto, è quella di spostare inequivocabilmente il nostro punto di vista sulla realtà a partire da una rinnovata cultura ecologista ed ambientalista, che sappia guardare alla crisi del modello di sviluppo e di convivenza sociale, con le lenti della responsabilità nei confronti delle generazioni future, introiettando il concetto del limite, tante volte ignorato da una ideologia sviluppista presente in tutte le tradizioni della sinistra, e valorizzando il concetto di beni comuni e di riscoperta delle virtù pubbliche, a fronte dei fallimenti delle retoriche privatistiche. Dobbiamo poter affermare che è necessaria una rivoluzione del “buon vivere”, un nuovo modello di convivenza e di convivialità. Lo stesso quesito sul legittimo impedimento, che certamente porta il marchio della insopportabilità delle leggi ad personam di Berlusconi, può essere letto come una richiesta di una società in cui debbano sparire i privilegi, in particolare i privilegi di chi amministra la cosa pubblica.

Non meno importante è stato il risultato delle ultime amministrative. Si è trattato di un indiscutibile successo delle forze del centrosinistra, che hanno aumentato il numero di sindaci e presidenti di provincia rispetto alle competizioni precedenti, conseguendo vittorie fino a qualche mese fa ritenute impensabili, da Milano e Cagliari da decenni governate dalla destra alla vittoria in vere e proprie roccaforti di destra al nord e del Pdl in Sicilia, passando per la vittoria di De Magistris a Napoli, nel luogo di maggior crisi dei governi di centrosinistra degli ultimi anni.

Molte di queste vittorie sono state definite “anomale”, ma questa definizione vale solo per chi ha ritenuto in questi anni che la normalità fosse la liturgia separata dei partiti nel proporre le proprie decisioni a cittadini passivi. È vero, invece, che queste vittorie sono maturate in un contesto di allargamento e coinvolgimento democratico delle cittadine e dei cittadini. La meravigliosa vittoria di Giuliano Pisapia non è stata un colpo mediatico dell’ultima ora, ma l’accumulazione di forze democratiche, spesso sopite, che hanno fatto di Milano un laboratorio di buone pratiche e di convergenze politiche e sociali inedite, partendo dai quartieri popolari per raggiungere i settori più impegnati della borghesia, con una campagna elettorale che ha visto una partecipazione impressionante e una allegria che ha contagiato l’intera città. È stata la vittoria di una proposta concreta, quella di aver voluto le primarie e di averle imposte al Pd, che si è rivelata rigeneratrice per tutti i soggetti coinvolti e, finalmente, vincente. È stata la vittoria della mitezza e della buona politica di Giuliano Pisapia, che ha efficacemente imposto la sua narrazione ad una città stanca degli abbrutimenti politici degli anni leghisti e populisti. Così a Cagliari, dove le primarie hanno prodotto il “miracolo” Massimo Zedda in una città che mai, dal dopoguerra ad oggi, aveva avuto un’amministrazione di sinistra. Il più giovane fra i sindaci di grandi città in questa tornata amministrativa, il precario che porta al governo una generazione cui è stato negato il futuro per anni è una ventata d’aria fresca per tutta la politica italiana. Altrettanto fragoroso è stato il successo di Luigi de Magistris a Napoli. In questo caso la candidatura è emersa a seguito del disastroso esito delle primarie napoletane, interpretate non come processo di partecipazione ma come strumento per regolare i conti interni al Pd napoletano. È stata una campagna elettorale nel pieno di una delle crisi più gravi della sua storia, quella dei rifiuti peraltro ancora in corso, e all’apice del risentimento nei confronti dei governi di centrosinistra degli ultimi anni. Il voto a de Magistris rappresenta da un lato questa necessità del cambiamento e dall’altra la indisponibilità a far rappresentare la discontinuità ad una destra capeggiata da Cosentino, ovvero dall’uomo politico di punta del Pdl campano sotto processo per affiliazione ai clan di camorra. Come si vede, ma anche le altre vittorie amministrative meriterebbero un commento articolato, da Torino a Trieste a tanti comuni “simbolo” di questa sfida elettorale dal nord al sud del paese, si è trattato di un processo articolato e territoriale, non di un semplice referendum pro o contro il Presidente del Consiglio. Eppure è altrettanto evidente che la combinazione tra elezioni amministrative e referendum sia stata un vero e proprio “avviso di sfratto” per l’attuale governo.

Sinistra ecologia libertà può senza dubbio essere soddisfatta dei risultati ottenuti, confermandosi seconda forza del centrosinistra italiano, e delle scelte fatte per favorirli, con l’eccezione del mancato sostegno al primo turno alla candidatura di Luigi de Magistris, pur avendo affidato detta scelta ad una consultazione democratica della base del partito nella città di Napoli, che ha segnato una nostra incapacità in quella città di seguire la domanda di cambiamento prepotente che è stata confermata nel dato elettorale.

Avevamo scommesso sui processi di partecipazione attiva per “riaprire la partita” ed ora la partita si è davvero riaperta. Ciò che dicemmo all’atto del primo congresso del nostro partito venne considerato da molti alla stregua di un velleitario progetto teso ad affermare una vocazione alla partecipazione solo per sostenere la candidatura di Nichi Vendola alle primarie. Oggi, trova invece conferma una strategia più complessiva che ha sempre scelto di puntare su quell’Italia “migliore” che non aveva né voce né rappresentanza politica, in particolare individuando in una generazione nuova, la generazione P, quella della precarietà, il più potente fattore di trasformazione possibile nella società.

Non siamo gli unici vincitori, per fortuna molti altri soggetti sociali e politici sono stati protagonisti di queste vittorie, ma siamo il partito politico che con più nettezza fa proprie le domande di cambiamento che si sono prodotte nel nostro paese. A cominciare dalla democrazia che non è per noi una petizione di principio, un buon metodo da adottare in tempi non stretti dall’emergenza ma che sarebbe stata un contenuto del cambiamento, una necessità storica di fronte alla crisi e all’afasia della politica. Lo avevamo detto questo e avevamo visto bene. Sta a noi, oggi più di ieri, contribuire a proseguire e perseguire il cambiamento profondo che sta determinandosi nella società italiana. Potremmo dire che il “sistema” non funziona più e che la voragine che si è spalancata di fronte a noi necessita di una nuova capacità di ricostruzione di un discorso pubblico, di una nuova narrazione del reale. È necessario cimentarsi a questo livello per non ricadere in una forma assai pericolosa, già sperimentata nel 1994 con Silvio Berlusconi, di una antipolitica al servizio della rivoluzione passiva dei blocchi sociali ed economici già al potere da decenni.

CAMBIA IL VENTO

Il vento del cambiamento è spirato forte dal sud del Mediterraneo. Le Rivoluzioni arabe, pur nella loro articolata manifestazione, sono state generate da una collettiva presa di coscienza di quella generazione che non aveva memoria delle lotte anticoloniali. Le domande di giustizia sociale e di libertà civili, l’uso dei mezzi informatici per organizzarsi e l’affermazione delle pratiche di lotta nonviolente, in Tunisia come in Egitto, hanno ricostruito un simbolico che ha sovvertito la rappresentazione delle popolazioni arabe imprigionate in un destino stretto tra autoritarismo e fondamentalismo islamico.

Le domande di cambiamento che vengono da quei paesi non possono essere deluse, in particolare dall’Europa, soprattutto da quell’Europa che nella fase nascente delle rivoluzioni le ha deliberatamente ignorate e derubricate. Del resto, le responsabilità della comunità internazionale, lì dove sono ancora in corso le proteste e le rivolte contro regimi dittatoriali, come in Siria o in Yemen, o nelle terre di Palestina, con una recrudescenza dell’occupazione israeliana e con il mancato riconoscimento dello stato palestinese nel rispetto della posizione che vuole due stati per i due popoli, sono sempre più evidenti. Così come si conferma un pantano l’operazione militare in Libia, avviata con gli aerei alimentati dalle ragioni umanitarie, che oggi sta degenerando in uno scontro tribale dove poco chiara appare l’emersione di una società civile capace di liberarsi e di liberare il paese.

In realtà il vento del cambiamento chiama in causa in primo luogo l’Europa. L’Europa che non ha saputo inventare nessuna forma di accoglienza per i profughi che scappano dalle guerre che la vedono protagonista. L’Europa che risponde alla crisi globale con minacciosi piani di ristrutturazione delle politiche pubbliche che vanno a colpire i soggetti più deboli, come la Grecia insegna. Un’Europa, dove i suoi stati più forti hanno provveduto a salvare gli istituti di credito (si guardi alla rinazionalizzazione del sistema bancario britannico) scaricando la crisi sul welfare, conquistato dopo decenni di lotte sociali e politiche che sono state la quintessenza del cosiddetto modello europeo. La stessa Banca centrale europea, nelle prime dichiarazioni di Draghi, riconferma la vecchia linea di stabilità della moneta, proponendo tagli allo stato sociale e massicci stock di privatizzazioni.

Eppure la crisi è stata determinata proprio dagli eccessi speculativi, dalle logiche più spinte del neoliberismo, dalla mistificazione della parola “libero mercato”, che di libero non ha nulla, vista la sua concentrazione oligarchica in settori sempre più ristretti. In Europa, come dimostra la mobilitazione degli “Indignados” a Puerta del Sol o le mobilitazioni continue in Grecia, è aperta una contestazione al modello diseguale che ha contraddistinto l’accumulazione di questi ultimi due decenni. A farne le spese, proprio in Spagna e Grecia, sono due governi di matrice socialista che, lungi da essere considerati referenti politici per il cambiamento, vengono disprezzati al punto che si preferisce lasciare il campo ad una prevedibile vittoria dei settori conservatori in Spagna o di un totale rifiuto delle istituzioni democratiche in Grecia. Lì dove, come in Germania o in Italia, si intravede una speranza nella sinistra, il messaggio è altrettanto chiaro e, come dimostrano il successo dei Grunen in Germania e l’affermazione dei candidati emersi dalle primarie in Italia, riguarda la volontà di innovazione profonda nel campo della sinistra politica.

Servirebbe in questo momento un’Europa diversa, come invoca lo stesso appello “Cambiamo l’Europa” firmato da eminenti personalità della sinistra europea, e una nuova sinistra continentale, che sappia riconoscere nelle grandi famiglie del socialismo, della sinistra e dell’ecologismo europeo i suoi principi fondativi, abbandonando per sempre le proposte di terza via blairiane. Impegnandoci, inoltre, nella costruzione di coalizioni che realizzino la raccolta di firme per iniziative popolari (un milione di firme per sette paesi) sui temi del reddito di cittadinanza, sull’acqua bene comune e sulla cittadinanza di residenza. Di fronte agli sconvolgimenti epocali che abbiamo di fronte ai nostri occhi, ciascuno di noi è chiamato ad allargare il proprio orizzonte, a collocarsi su un livello di proposta e di azione europea.

In Italia, dove crescono le preoccupazioni, persino democratiche, legate alla permanenza di questo governo, sono aperte le ferite di una gigantesca questione morale e sociale. Non consideriamo ci sia più tempo per soluzioni parlamentari della crisi politica. Se ciò che si prospetta per l’autunno secondo l’agenda Tremonti (tagli al welfare e al bilancio pubblico per oltre 40 miliardi di euro, attacco definitivo al contratto nazionale, taglio delle tasse ai più ricchi con incremento dell’IVA) venisse realizzato, molto probabilmente il nostro paese supererebbe la soglia del collasso. I dati della disoccupazione, soprattutto giovanile, e il dilagare delle forme della precarietà non sono più sostenibili, neppure dai più feroci liberisti.

Il collasso sociale ha il volto delle partite IVA che non riescono più ad avere un reddito di sopravvivenza, ha le storie degli operai della Fiat costretti ad aderire alle feroci ristrutturazioni di Marchionne, che detta il modello da seguire a Confindustria. La crisi è cresciuta e intanto sono cresciuti i divari tra ricchi e poveri, con episodi sempre più indecenti come le manifestazioni di disprezzo espresse da Tremonti, Gelmini, Brunetta, Sacconi e lo stesso Berlusconi. Siamo un paese con ampie fasce della popolazione sotto le soglie di povertà, che ha una crescente tendenza alla parcellizzazione ed alla atomizzazione sociale.

Intanto sono sempre più evidenti gli interessi materiali che costituiscono il collante del blocco di potere berlusconiano, dalle cricche alla P4, fino alle scandalose compravendite da calciomercato per i parlamentari che garantiscono la sopravvivenza numerica del governo. La questione democratica in Italia non riguarda solo i caratteri del governo, ma la natura del potere. Bisogna scuotere dalle fondamenta una struttura del potere che ha visto crescere e radicarsi, nella vita della Repubblica, zone grigie e nere, poteri occulti e clandestini organizzati, spesso in collusione con la criminalità comune e mafiosa, per condizionare la vita delle istituzioni democratiche e dello Stato.

È indispensabile avviare immediatamente il progetto politico che dia risposte alla crisi in atto. Non si tratta di proporre semplicemente delle “alternative”, visto che allo sfascio le alternative sono molteplici e contraddittorie tra di loro, ma di ricostruire una lettura della società e una proposta di rifondazione democratica basata sui principi costituzionali e sul coinvolgimento dei cittadini nelle scelte politiche per il futuro.

Sinistra ecologia libertà può e deve portare il suo originale contributo al cambiamento, senza avere i vecchi vezzi e vizi dei partiti con un programma già confezionato e pronto per “trattare” con gli altri partiti del centrosinistra. Abbiamo voluto riaprire la partita e perciò pensiamo sia fuorviante e sbagliato rinchiudersi di nuovo nei recinti delle distinzioni tra radicali e riformisti. È riformista o radicale volere l’acqua pubblica, investire sulle energie rinnovabili, puntare alla piena affermazione dei diritti di chi lavora, sconfiggere la precarietà, riformare il welfare in senso universalistico, richiedere una tassazione equa e un duro contrasto all’evasione e all’elusione fiscali, affermare la piena legittimità dei diritti civili e di quelli dei migranti? È sicuramente necessario associare molte e molti, dalle forme associate agli strumenti di partecipazione attiva dei singoli, al fine di elaborare delle proposte che, se non coincidenti dentro la coalizione, possano essere decise in ultima istanza da consultazioni di cittadini e cittadine. Sono assolutamente necessarie primarie aperte, che indichino il programma e la leadership della coalizione che si candida a governare il paese. Proponiamo a tutte le forze politiche del centrosinistra e alle forze sociali e di movimento di dare vita ad un “cantiere per un nuovo progetto di paese”, articolato per temi e per territori. Il nostro obiettivo è quello di riconoscere che la mobilitazione molecolare di tanti soggetti sia la principale risorsa programmatica e progettuale per l’alternativa.

Crediamo sia importantissimo che il nostro partito si impegni fin d’ora nella promozione di alcune campagne politiche e nella adesione a campagne promosse da altre strutture di movimento. In primo luogo va rilanciata una mobilitazione sui temi sociali per una proposta di redistribuzione delle ricchezze e di riduzione delle diseguaglianze, muovendoci prioritariamente su alcune proposte di campagne: contrasto alla precarietà, sostenendo e diffondendo la piattaforma del movimento dei giovani precari e presentando la nostra proposta per l’istituzione di un reddito reddito minimo garantito nel quadro di una più complessiva riforma del welfare; introdurre un pacchetto di misure immediate per il contrasto della povertà, rifinanziando i capitoli del bilancio statale che sono stai tagliati nel corso degli ultimi anni; una campagna per la difesa e l’estensione dei diritti del contratto nazionale collettivo di lavoro, contro le proposte di Marchionne e di Tremonti che mirano a distruggerlo, chiedendo che nei luoghi di lavoro sia introdotta una vera riforma democratica per l’elezione delle rappresentanze sindacali e per la validazione dei contratti da parte di tutti i lavoratori; ridurre il numero di contratti, in modo da garantire unicità di rappresentanza ed eguaglianza di trattamento per tutti i lavoratori; abolizione della Legge 30 e reintroduzione della legge che impedisca la sottoscrizione delle dimissioni in bianco; sostenere le proposte che riducano la pressione fiscale sui lavoratori, sia dipendenti che quelli con la partita IVA, per aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie, introdurre quella sulle transazioni finanziarie e contrastare duramente l’enorme massa di evasione ed elusione fiscali.

Sul terreno del nuovo modello di sviluppo, va chiesto con forza che si dia seguito alla chiarissima indicazione emersa dalla consultazione referendaria: proporre una campagna, sostenuta in ogni amministrazione locale, per gli investimenti sulle energie rinnovabili e sull’efficientamento energetico; assumere, con i comitati, iniziative tese alla ripubblicizzazione dei servizi idrici locali e alla tutela del bene comune acqua. Inoltre, va fatta una riflessione approfondita sul reale mutamento di sensibilità ambientale nella cittadinanza. Basti pensare al risultato per molti inatteso dei referendum cittadini di Milano che hanno proposto l’estensione e l’aumento dell’Ecopass o della disponibilità diffusa ad avere comportamenti responsabili su una materia delicatissima come quella dei rifiuti, che aprono numerose possibilità di intervento anche su livelli territoriali per la promozione di iniziative mirate alla realizzazione di una società ambientalmente sostenibile.

Vanno rafforzate, inoltre, le iniziative che riprenderanno nell’autunno per l’istruzione e la ricerca pubbliche, che sono state l’emblema della politica dei tagli applicata dall’attuale governo. Così come è importantissimo sostenere e partecipare alle mobilitazioni del mondo della cultura, come quella in corso al Teatro Valle di Roma, affinché anche la cultura venga considerata un bene comune non privatizzabile e da sostenere con maggiori investimenti pubblici.

Sul terreno dei diritti civili, sostenere almeno tre campagne immediatamente: quella sul diritto di cittadinanza dei migranti; quella per il riconoscimento di piena parità dei diritti per le persone omosessuali, a partire dal riconoscimento delle unioni civili, e per una legge contro l’omofobia; per il testamento biologico, nel rispetto dei diritti e delle libertà di scelta delle persone. È inoltre indispensabile lanciare una proposta per la riduzione dei costi della politica e per la riforma della legge elettorale.

Infine, riteniamo che sia importante sostenere la petizione internazionale che richiede il riconoscimento dello stato palestinese secondo la proposta di “Due stati per due popoli” nella reciproca sicurezza e possibilità di convivenza e riprendere la mobilitazione per una soluzione pacifica della guerra in Libia.

UN PARTITO APERTO E IN MOVIMENTO

Possiamo dirci soddisfatti di questi mesi che ci separano dal nostro primo congresso. A questo punto abbiamo bisogno di far cominciare germogliare quanto abbiamo seminato nel corso della nostra breve esperienza. Siamo ancora convinti che il nostro partito possa essere la forza più aperta e più disponibile ad indicare i limiti e gli errori delle tradizionali forme partito. Per noi si è sempre trattato di riaprire la partita, prima ancora che di riaprire un partito. Tutti i limiti che abbiamo incontrato nel corso di questi mesi, va detto con onestà, sono stati sempre connessi al blocco di quei processi di innovazione di cui ci siamo detti convinti. Vale quando si sono manifestati problemi nella conduzione operativa e politica del partito, a partire dai livelli territoriali, vale nella mancata attivazione di tutti quei processi che servirebbero ad allargare, anche a livello nazionale, la rete di contatti che si sono resi disponibili nel corso di questi mesi. Non si tratta di un quadro che desta eccessive preoccupazioni, ma è chiaro che bisognerà intervenire lì dove Sinistra ecologia libertà non corrisponde alle tante aspettative che essa ha suscitato.

Il processo di apertura va vissuto fino in fondo e senza reticenze da piccolo partito. Nel nostro congresso abbiamo scelto unanimemente di investire nel Big bang della politica italiana, che non si riduce all’attesa di cosa accadrà nel Pd, ma che investe, e sta già investendo, tutti gli attori della nostra scena politica. È evidente che siamo interessati a ciò che si sta muovendo nel maggior partito di opposizione ma siamo ancora più interessati a sfidarlo, insieme a tutte le forze politiche del centrosinistra, sulle esperienze di innovazione politica ed organizzativa. Soprattutto perché dovremo sempre di più essere capaci di parlare ad un elettorato di centrosinistra che molto spesso è fluido nell’appartenenza ai partiti per così come sono ora.

Non possiamo attenuare la nostra carica innovativa e anche le nostre relazioni dentro il processo di ricostruzione del centrosinistra necessitano di una novità che ci faccia essere diversi tanto dall’esperienza dell’Ulivo quanto da quella dell’Unione. Perciò Sinistra ecologia libertà dobbiamo costruirla come un vettore della trasformazione, una soggettività organizzata, un partito al servizio del cambiamento.

C’è bisogno di Sinistra ecologia libertà come soggetto organizzato e flessibile, aperto ed inclusivo, proprio perché il compito di ricostruire il centrosinistra e di ripensare alla sinistra è molto più ambizioso di una conferma stanca di ciò che la sinistra è stata. È necessario porsi domande di senso sul ruolo e la funzione dei partiti politici.

Si pone il tema di quale rappresentanza dare alla partecipazione di tanti, che potremmo definire molecolare, in questa fase. I partiti, da tempo, non sono più esaustivi nelle risposte da dare alle domande che emergono nella società. Il nostro obiettivo non può che essere ricomporre la frattura tra società e politica. Per fare ciò è necessario un reinsediamento fatto di nuovi circoli, di nuovi tesserati e anche di presenze nelle istituzioni. Ma tutto ciò non basta e noi non dobbiamo avere paura di essere cambiati in questo cammino. Le nostre piccole certezze devono far posto al magma della sperimentazione, la nostra carica vitale si deve far attraversare dalle “moltitudini” che si stanno ribellando all’ordine costituito. Abbiamo ancora molta strada da fare, con tanti e tante diversi da noi. Rimettiamoci in movimento, insieme al mondo che cambia.

La presidenza dell’assemblea nazionale
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194. Dubbi sulla delibera di Correggio

16 giugno 2011

I consiglieri regionali di SEL-Verdi Gian Guido Naldi e Gabriella Meo hanno depositato ieri un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta avanzando alcuni dubbi sulla legittimità della delibera di Correggio che garantisce dei contributi economici alle donne che scelgono di non abortire.
Le perplessità sono generate soprattutto dal ruolo assegnato ai membri dell’Associazione Movimento per la Vita.
“Il Movimento per la Vita – affermano i consiglieri – è un’associazione di fortissima impronta ideologica che si batte da anni per la rivisitazione sostanziale della legge 194 e delle norme che sanciscono la prioritaria libertà di scelta della donna, per la riforma dei consultori e per l’estensione dell’obiezione di coscienza anche per il personale farmaceutico. E’ opportuno che sia affidato proprio ai membri di questa Associazione il compito di svolgere i colloqui iniziali con le donne che devono valutare se rinunciare ad interrompere la gravidanza o se proseguire con l’IVG? Affermare poi che tali colloqui potranno essere svolti o dagli Assistenti Sociali o dai membri del Movimento per la Vita non sancisce nei fatti una sostanziale e, a nostro parere, discutibile parificazione di ruoli tra due realtà invece significativamente differenti?”.
“Le Linee Guida Regionali approvate nel 2008 – ricordano Naldi e Meo – aprivano alla possibile collaborazione delle associazioni di volontariato, ma per la realizzazione di interventi sociali ed assistenziali. A Correggio, invece, è prevista la presenza di tali associazioni nella fase antecedente la scelta della donna. Non vorremmo che, a leggere bene tra le righe di questa delibera, dietro al tentativo di sostenere la maternità delle donne in difficoltà economica si celasse la volontà di fare pressioni ideologiche sulla loro scelta; non vorremmo trovarci dinanzi all’ennesimo malcelato attacco alla legge 194 mascherato da sua piena applicazione.
“Abbiamo interpellato la Giunta – concludono i due consiglieri di SEL-Verdi – anche perché sappiamo che il modello correggese corre il rischio di fare numerosi proseliti in Emilia-Romagna. Ci sono giunte voci di delibere analoghe a Modena, Reggio Emilia, Forlì. Non vogliamo essere maliziosi, ma ci sembra tanto una riformulazione di quei due esperimenti che hanno riguardato l’ASL di Forlì e di Zola Predosa tre anni fa e che non sono stati per nulla condivisi dalla maggioranza in Regione”.

Per vedere il testo dell'interrogazione: http://www.sel-verdi.org/wp-content/Istituzionale/Interrogazioni/Interrogazioni/InterrScritta_correggio194_15giugno2011.pdf

Tutti in Piedi


CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE

Car* tutt*,
vi scrivo con gioia e grande soddisfazione dopo questa lunga campagna che ci vede mobilitati da più di due mesi e che si è conclusa nel migliore dei modi con il bellissimo risultato referendario di Domenica e Lunedì. Permettetemi innanzitutto di ringraziare tutte e tutti coloro che hanno lavorato con impegno in questi mesi, perché questa è sicuramente una vittoria di cui siamo stati una importante parte attiva. Un ringraziamento aggiuntivo a tutte le candidate e i candidati che in prima persona si sono esposte/i dando un ulteriore contributo a tutti noi.

Le elezioni amministrative hanno visto rafforzarsi e materializzarsi i voti fino a qualche mese fa solo virtuali di SEL, e i buoni risultati, che ci hanno permesso a Ravenna di ottenere un consigliere nel comune capoluogo (Sarah Ricci) e uno in Provincia (Nicola Staloni), si inseriscono in un clima nazionale di un Paese che sta chiedendo a gran voce un cambiamento netto. I referendum hanno ribadito con una forza imprevista che le cittadine e i cittadini se messi nelle condizioni di farlo, vogliono partecipare alle decisioni più importanti che la politica sempre più spesso arroga esclusivamente a se stessa.

Dal nostro congresso fondativo a oggi sono passati solo pochi mesi e il panorama politico è radicalmente mutato. Oggi dobbiamo essere in grado di interpretare il nostro ruolo in questo processo di cambiamento, portando nuove analisi e proposte. Grazie ai risultati delle ultime amministrative abbiamo assunto impegni di governo locale rilevanti (con Valentina Morigi e Francesco Rivola, assessori rispettivamente in Comune a Ravenna e Provincia), su cui siamo chiamati a una rinnovata responsabilità. Dopo le ultime assemblee degli iscritti che hanno prima individuato le linee guida e poi assunto all'unanimità le decisioni che ci hanno permesso fra l'altro, di restare al di fuori di una fase pasticciata di insediamento delle giunte, oggi dobbiamo permettere al nostro partito di lavorare al massimo della sua efficacia, trovando gli strumenti che permettano a tutte e tutti di contribuire al meglio, in un processo che sappiamo essere solo all'inizio.

Per questo il coordinamento provincialeh a ritenuto, come annunciato all'ultima assemblea, di mantenere la conferenza di organizzazione prima dell'estate.

La Conferenza di Organizzazione è quindi fissata per Martedì 28 Giugno, a partire dalle ore 18.00, a Bagnacavallo in via de Ramenghi 14, presso il circolo. Il dibattito sarà introdotto da un intervento che riassumerà le proposte chiave e che vi sarà inviato prima della sera stessa. Si raccomanda la partecipazione a tutte e tutti.

Fraternamente
il coordinatore provinciale
Fabrizio Amici

Trasformare i programmi in interventi concreti

Le cittadine e i cittadini italiani hanno voluto fare a se stessi il miglior regalo per festeggiare i 150 anni dell’unità del paese, riconquistando i beni comuni, a partire dall’acqua, e insieme il diritto di decidere del loro futuro.
Questo ci consegna oggi una forte responsabilità, perché per la prima volta dopo 20 anni abbiamo nuovamente la possibilità di pensare a come il servizio idrico debba essere organizzato per garantire a noi e alle future generazioni il diritto all’acqua, inteso non come semplice accesso alla risorsa, ma come tutela di un bene indispensabile alla vita del pianeta.
Il referendum ci consegna un mandato politico da cui sarà necessario partire, ovvero la preminenza della proprietà e gestione pubblica, come garanzia di esclusione del profitto dagli obiettivi del servizio.

Allo stesso tempo noi aggiungiamo che, poiché la partecipazione popolare ha reso possibile un obiettivo altrimenti irraggiungibile, sarà necessario individuare forme di controllo partecipato delle comunità locali sull’organizzazione del ciclo idrico, che dovrà avere fra i propri obiettivi fondamentali il risparmio della risorsa e la possibilità di accesso per tutte e tutti, in un quadro che veda l’accesso all’acqua come diritto umano universale.

Sul piano locale, questo significa certamente ragionare da subito sul conferimento dell’intero ciclo idrico integrato ad aziende interamente pubbliche, sottraendolo al controllo totale o parziale di società orientate al mercato come Hera spa, I cui stessi obiettivi dovranno essere rivisti, alla luce del chiaro orientamento politico espresso da oltre il 60% delle elettrici ed elettori dell’Emilia Romagna.
La Romagna e Ravenna potrebbero fare da apripista in questo percorso, data la presenza di una società interamente pubblica come Romagna Acque, che già controlla e gestisce la totalità delle fonti e degli impianti di captazione e potabilizzazione, rendendo così possibile la chiusura dell’intero ciclo con il solo conferimento della distribuzione.

Appare chiaro che in questo caso il recesso dalla condizione di società di capitali, che peraltro abbiamo chiesto e ottenuto fosse inserito nei programmi di Sindaco e Presidente della Provincia, renderebbe più facile e immediata la possibilità di proseguire negli investimenti, che nel quadro normativo introdotto dal referendum devono essere fatti in assenza di remunerazione del capitale.
A questo proposito, e in risposta al paventato blocco degli interventi sul ciclo idrico, ipotizzato da Hera, riteniamo che si possa immediatamente sollecitare il governo ad intervenire sulla cassa depositi e prestiti, per garantire in forma di capitale di debito le risorse necessarie agli investimenti sul ciclo idrico. La stessa cassa depositi e prestiti non dovrebbe peraltro avere difficoltà ad intervenire in questa direzione, dato l’accumulo che le deriva dal conferimento del TFR di tante lavoratrici e lavoratori italiani, che la legge destina proprio al finanziamento di opere pubbliche.

Un ulteriore intervento potrebbe essere la concessione di una deroga al patto di stabilità per quei comuni virtuosi che volessero investire nel ciclo idrico e che attualmente si trovano nell’assurda impossibilità di agire.
Tutto questo in attesa di determinare un nuovo, compiuto quadro normativo, che, a partire dalla nitida opzione politica uscita dai referendum, individui le nuove modalità di organizzazione dei servizi pubblici locali.
Sotto questo profilo, ricordiamo la risoluzione da noi presentata e sottoscritta da tutti i gruppi del centrosinistra regionale, che impegna la giunta dell'Emilia Romagna ad agire in sintonia con lo spirito referendario, a partire dalla centralità della gestione pubblica del bene comune per eccellenza.
Sinistra Ecologia Libertà, non solo a Ravenna, ha chiesto e ottenuto nella tornata amministrativa appena conclusa che le nuove amministrazioni di centrosinistra si impegnassero a rivedere le proprie politiche in questi settori, nonché a valorizzare la diffusione di pratiche che favoriscano la partecipazione delle cittadine e dei cittadini.
Potevano sembrare parole vuote o formule di comodo. Erano invece una scommessa preventiva sull’esito dei referendum di giugno.
Ora è il tempo di trasformare i programmi in interventi concreti e noi faremo la nostra parte.

Sinistra Ecologia Libertà
Federazione di Ravenna

Nuovo BLOG di SEL FAENZA

Passo dopo passo, l'impegno di SEL nel territorio faentino cresce.
E' attivo il Blog di SEL FAENZA a questo indirizzo:
selfaenza.wordpress.com

ISTANTANEA DAL FUTURO !!!


Quorum raggiunto e tripudio di SI
GRAZIE!!!!!!!

PERCHE' RECARSI ALLE URNE

Raccomandazione durante l'espressione di voto ai quesiti referendari

Le schede per i referendum non vanno sovrapposte, hanno la caratteristica della carta carbone. 

METTENDOLE UNA SOPRA L'ALTRA SI CORRE IL RISCHIO DI ANNULLARE LE ALTRE MENTRE SI VOTA LA PRIMA.

E' ufficiale!!!

E' stata resa nota la composizione della nuova giunta provinciale che sarà guidata da Claudio Casadio, vincitore delle ultime elezioni. Casadio ha tenuto per sé le deleghe a Pubbliche Relazioni, Polizia provinciale, Affari generali e istituzionali, Politiche agroalimentari e Turismo. Oltre a lui, saranno sette i componenti della giunta.

Vice Presidente sarà Gianni Bessi, che avrà le deleghe a Politiche per lo sviluppo; Politiche per l'industria, l'artigianato e il commercio; Porto; Politiche comunitarie; Innovazione tencologica; Università; Ricerca scientifica; Partecipazioni (Società, Enti, Fondazioni, Consorzi) e Statistica.

Gabriele Rossi sarà invece assessore ai Lavori pubblici, Viabilità, Edilizia Scolastica, Patrimonio, Bilancio e Programmazione Finanziaria. A Eleonora Proni vanno le deleghe a Politiche sociali e sanitarie, Politiche educative e programmazione scolastica, Volontariato, Associazionismo e Pari Opportunità.

Paolo Valenti si occuperà invece di Personale e Organizzazione, Beni e attività culturali, Sport e tempo libero, Rapporti internazionali. Francesco Rivola prende invece Formazione professionale, Mercato del Lavoro, Servizi per l'impiego, Politiche abitative, Immigrazione, Protezione Civile e Parchi. A Mara Roncuzzi vanno Programmazione e politiche per l'Ambiente e Programmazione Territoriale, mentre Mirna Testi si occuperà di Politiche per la mobilità, Logistica, Autotrasporto, Motorizzazione Civile, Sviluppo dei sistemi informativi e delle reti.

A Francesco Rivola, nostro portavoce del circolo SEL Valle del Senio vanno i nostri più sentiti auguri di buon lavoro per il bene della nostra provincia e della nostra vallata.

Finalmente è arrivato il momento giusto per brindare!!!

E quindi uscimmo a riveder le stelle

E’ un ciclone. Non è un vento di cambiamento, semmai un uragano di buona politica. Milano, Napoli, Cagliari, Trieste e tante, davvero tante, altre realtà d’Italia sono gli emblemi di un Paese che ha già voltato pagina, che vuole cambiare e guardare al futuro, che non si fa più ingannare dalla vecchia politica e dai venditori di tappeti che in questi giorni hanno trattato i cittadini come perfetti stupidi. Come se fosse possibile comprarsi qualsiasi cosa, un voto quanto la dignità.

C’è un’Italia migliore. Quella che non ha mai avuto paura, che non ha mai smesso di sperare e di lottare, che non si è lasciata andare a facile promesse o all’estremismo di una campagna elettorale condotta in maniera irresponsabile da Berlusconi e da molti suoi sodali.

Adesso niente sarà più come prima, che Berlusconi se ne vada stasera o domani. Il berlusconismo è alle corde non solo per le sconfitte elettorali, ma perché queste dimostrano la comparsa alle porte della storia di  un racconto di un’Italia che sembrava dimenticata nelle falde del ciarpame visto nei palazzi in questi grigi anni. E’ l’Italia più bella, quella dei giovani tornati alla politica, delle donne e degli uomini che hanno visto in Giuliano Pisapia, Luigi De Magistris, Massimo Zedda, per citarne alcuni, i simboli di una liberazione collettiva e partecipata da una classe dirigente incapace e prepotente.

La partita è riaperta, finalmente.  E sono fuochi d’artificio. Erano anni che non li vedevamo di così belli. Godiamoceli, anche se per poche ore. Perché adesso è venuto il momento di ricostruire un Paese intero e di farlo con il sorriso sulle labbra.

Referendum popolare n. 4


Referendum popolare n. 4

Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, qualora risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte costituzionale
Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?


Referendum popolare n. 3


Referendum popolare n. 3

Nuove centrali per la produzione di energia nucleare
Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?


Referendum popolare n. 2


Referendum popolare n. 2

Determinazione della Tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata renumerazione del capitale investito
Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?


Referendum popolare n. 1


Referendum popolare n. 1

Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica
Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?


SEL - Assemblea generale degli iscritti venerdì 27 maggio

Compagne/i
VENERDI' 27 MAGGIO alle ore 20.45, a Ravenna presso il circolo Aurora di ViaGhibuzza 12, è convocata l'Assemblea federale.
L'assemblea si aggiorna per completare la discussione sulla determinazione degli  impegni di governo locale.

Cordiali saluti
Il Coordinamento federale

Biciclettata



clicca sull'immagine per ingrandire

SEL - Assemblea generale degli iscritti martedì 24 maggio

MARTEDI' 24 MAGGIO alle ore 20.45, a Ravenna presso il circolo Aurora di Via Ghibuzza 12, è convocata l'Assemblea federale con i seguenti argomenti all'o.d.g.:
1 Analisi del risultato elettorale;
2 Determinazioni sui nostri conseguenti impegni di governo locale;
3 Varie ed eventuali.

Il Coordinamento federale

Fermiamo il nucleare. Lo Spot TV

INCONTRO PUBBLICO CON MARCO BERSANI E IVAN CICCONI


Mancano circa 20 giorni al Voto e il Comitato invita tutti i cittadini a partecipare all'incontro pubblico in Piazza della Libertà a Faenza nei pressi della Fontana Monumentale in cui interverranno Marco Bersani leader del Forum per i movimenti per l'acqua e Ivan Cicconi uno dei massimi esperti di società multiutility. Parleremo di Referendum ma anche della cattiva gestione sul nostro territorio delle risorse e del servizio idrico.


In contemporanea il Consiglio Comunale sarà impegnato nel Voto del Cambio di Statuto decretando il Servizio Idrico privo di rilevanza economico e quindi pubblico.
Era uno degli scopi fondativi del Comitato e siamo giunti ad un passo dall'ottenerlo.

Vi invitiamo a partecipare perchè sarà l'evento fondamentale della campagna referendaria.

Il Consiglio Operativo
Comitato Acqua Pubblica Faenza e Comprensorio

Grazie a tutti, a chi ci ha votato, a chi ci ha aiutato e a chi ci ha ascoltato o preso in considerazione

Car* tutt*
Dopo i risultati di queste elezioni provinciali, desidero ringraziare tutti coloro che si sono impegnati in questa campagna elettorale, coloro che ci hanno votato e ci hanno fatto votare, e che ci hanno permesso di avere degli ottimi risultati  nella nostra vallata .

Il 10.11% di Riolo che fa di noi il 4° partito, e il 5.57% di Casola sono risultati eccezionali se si pensa che solo un anno fa per le elezioni regionali  eravamo fermi al 2.24% a Casola e al 2.94% a Riolo.
(Purtroppo a brisighella non abbiamo brillato, abbiamo raggiunto il 3% , ma non abbiamo ancora radicamento sul territorio e c’erano diversi candidati locali.)

In questi dodici mesi abbiamo lavorato molto, abbiamo creato momenti di incontro con la cittadinanza, abbiamo organizzato iniziative sull’acqua, sull’energia, sul lavoro, un buon convegno di valenza regionale sulle criminalità, abbiamo voluto ricordare i 150 anni dell’unità d’Italia con 4 serate,  e siamo arrivati a questa campagna elettorale.
Siamo cresciuti come iscritti e simpatizzanti.

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno avuto fiducia nella mia candidatura e  che si sono espressi per questa, ma anche coloro che hanno espresso altre opinioni, ma che poi tutti insieme  si sono adoperati per farmi avere consensi.
Spero di non avere deluso nessuno.

In queste settimane ho incontrato molti cittadini, compagni, delusi della politica, ho cercato di ascoltare tutti, a nessuno ho promesso niente, a tutti ho detto che vorrei vederli parte attiva della vita politica dei nostri comuni, mi ha fatto piacere vedere compagni che da anni non votavano più ritornare con le famiglie al voto, come mi ha fatto piacere nei mercati incontrare persone che a malapena conosco di vista venire a dirmi che mi avrebbero votato, e i tanti che mi hanno espresso apprezzamento per Vendola e la sua politica.

Voglio ringraziare tutti coloro  chi si sono prestati per darmi e darci una mano,  e non sono pochi.
Un risultato come questo, non è frutto solo di un simbolo o di un candidato, ma di tante persone che si sono impegnate dal passaparola al volantinaggio ai rappresentanti di lista e nella fiducia che abbiamo saputo dare.
Molti sono i giovani che hanno votato nei nostri comuni per il nostro partito e questo fa ben sperare per il futuro.
Ma questo non può e non deve essere un punto di arrivo , ma un punto di partenza.

Con tutti coloro che ci hanno votati noi abbiamo l’obbligo da oggi di confrontarci, e insieme di scrivere e definire le priorità della nostra politica anche per le elezioni amministrative del prossimo anno, con le quali confrontarci con le altre forze del centro sinistra.
Sebbene non abbiamo eletto il consigliere provinciale nel nostro collegio, sarà compito nostro far arrivare le problematiche della collina al consigliere di SEL che sarà eletto e dovremo essere punto di riferimento per i nostri cittadini.

Ancora grazie a tutti 
Il percorso è ancora lungo e abbiamo bisogno di tutti voi.
Buon cammino!!!!!!!!!!

Francesco Rivola
portavove SEL Valle del Senio