Vagando per la rete ho trovato moltissime pagine che trattano questo argomento, perciò vorrei riportare alcuni appunti storici per poi passare a qualche argomento attuale.
L’8 marzo è la Giornata Internazionale della Donna, chiamata più comunemente Festa della Donna. In Russia è una Festività Nazionale, rimangono chiuse scuole e uffici. Oggi è vista da molti come festa commerciale, e spesso si dimentica che con questa festività si vogliono ricordare le conquiste sociali femminili, ottenute nel secolo scorso a forza di lotte e proteste.
Le prime origini di questa festa sembrano risalire al VII Congresso dell’Internazionale socialista di Stoccarda, nell’agosto 1907, dove si parlò, fra gli altri temi, della questione femminile e del diritto di voto per le donne.
Ma perché proprio l’8 marzo? Su questo punto non ci sono certezze assolute. Ho trovato diverse versioni e leggende su blog e enciclopedie online. Un’ipotesi è che sia stato scelto l’8 marzo perché il 23 febbraio 1917 (questo giorno in Russia corrisponde al’8 marzo del nostro calendario gregoriano) a San Pietroburgo fu organizzato un corteo al quale presero parte moltissime donne, affinché la guerra finisse e i loro mariti e figli tornassero a casa. Altre ipotesi ci conducono negli Stati Uniti. Una, a mio avviso molto diffusa, risale al 1908: alcune operaie di un’industria tessile di New York scioperavano per il miglioramento delle condizioni di lavoro quando il proprietario della fabbrica bloccò tutte le vie d’uscita e applicò un rogo, causando la morte di 129 lavoratrici. E’ quasi accertato, però, che questa versione sia falsa, anche se non del tutto inventata: un fatto simile si verificò il 25 marzo 1911 nella fabbrica newyorkese di Triangle, dal quale i sindacati presero provvedimenti sulla sicurezza sul lavoro, ma dal quale non deriva da Festa della Donna.
Ma in fondo, più che il giorno in sé, ha importanza il concetto: è fondamentale riconoscere il percorso delle Donne alla conquista dei loro diritti, un percorso non ancora completato e ricco di ostacoli, per noi, donne occidentali e ancora di più per le donne del mondo islamico, abituate a passare da un padre padrone ad un marito padrone.
Un aspetto drammatico riguarda la violenza sulle donne. I dati ISTAT più aggiornati sono quelli del 2006: 6 milioni 743 mila le donne dai 16 ai 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Ciò che più colpisce, di cui si parla maggiormente, è la violenza che si compie sulle strade (compiuta solitamente da uno sconosciuto), e spesso rimane nascosto un lato terribile della questione: le violenze che si compiono entro le mura domestiche, operate quindi da un partner o da un ex-partner, e in alcuni casi è anche presente una gravidanza in corso. E’ stimato che le violenze domestiche non vengono denunciate nel 96% dei casi, mentre per quanto riguarda le violenze all’esterno la percentuale “scende” al 93%. E’ evidentemente un aspetto molto grave e angoscioso, che molte donne stanno cercando di risolvere, uscendo dal silenzio e raccontando il loro dramma, affinché sempre più donne trovino il coraggio di fare altrettanto.
Nonostante viviamo in una società che vorremmo definire moderna, la parità tra uomo e donna è ancora lontana, non tanto a livello legale, quanto a livello sociale, tant’è che sono tantissime le donne che affermano di aver subito ricatti sessuali sul lavoro. Ci sono inoltre donne che rinviano l’età in cui costruirsi una famiglia, aspettando di avere un lavoro stabile, che in certi casi non arriva mai, tanta è la paura di un datore di lavoro nel dover tenere una persona in regola senza ricevere in cambio manodopera, e i datori di lavoro in questione non sono solo uomini, ma anche donne che dagli uomini hanno preso il lato peggiore.
Quindi, in un giorno come oggi, più che regalare un mazzetto di mimosa (che comunque è sempre gradito!), pensiamo ad essere solidali con tutte le donne del mondo e a ricordare a tutte coloro che conosciamo quanto sono importanti.
Alice Baldassarri
L’8 marzo è la Giornata Internazionale della Donna, chiamata più comunemente Festa della Donna. In Russia è una Festività Nazionale, rimangono chiuse scuole e uffici. Oggi è vista da molti come festa commerciale, e spesso si dimentica che con questa festività si vogliono ricordare le conquiste sociali femminili, ottenute nel secolo scorso a forza di lotte e proteste.
Le prime origini di questa festa sembrano risalire al VII Congresso dell’Internazionale socialista di Stoccarda, nell’agosto 1907, dove si parlò, fra gli altri temi, della questione femminile e del diritto di voto per le donne.
Ma perché proprio l’8 marzo? Su questo punto non ci sono certezze assolute. Ho trovato diverse versioni e leggende su blog e enciclopedie online. Un’ipotesi è che sia stato scelto l’8 marzo perché il 23 febbraio 1917 (questo giorno in Russia corrisponde al’8 marzo del nostro calendario gregoriano) a San Pietroburgo fu organizzato un corteo al quale presero parte moltissime donne, affinché la guerra finisse e i loro mariti e figli tornassero a casa. Altre ipotesi ci conducono negli Stati Uniti. Una, a mio avviso molto diffusa, risale al 1908: alcune operaie di un’industria tessile di New York scioperavano per il miglioramento delle condizioni di lavoro quando il proprietario della fabbrica bloccò tutte le vie d’uscita e applicò un rogo, causando la morte di 129 lavoratrici. E’ quasi accertato, però, che questa versione sia falsa, anche se non del tutto inventata: un fatto simile si verificò il 25 marzo 1911 nella fabbrica newyorkese di Triangle, dal quale i sindacati presero provvedimenti sulla sicurezza sul lavoro, ma dal quale non deriva da Festa della Donna.
Ma in fondo, più che il giorno in sé, ha importanza il concetto: è fondamentale riconoscere il percorso delle Donne alla conquista dei loro diritti, un percorso non ancora completato e ricco di ostacoli, per noi, donne occidentali e ancora di più per le donne del mondo islamico, abituate a passare da un padre padrone ad un marito padrone.
Un aspetto drammatico riguarda la violenza sulle donne. I dati ISTAT più aggiornati sono quelli del 2006: 6 milioni 743 mila le donne dai 16 ai 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Ciò che più colpisce, di cui si parla maggiormente, è la violenza che si compie sulle strade (compiuta solitamente da uno sconosciuto), e spesso rimane nascosto un lato terribile della questione: le violenze che si compiono entro le mura domestiche, operate quindi da un partner o da un ex-partner, e in alcuni casi è anche presente una gravidanza in corso. E’ stimato che le violenze domestiche non vengono denunciate nel 96% dei casi, mentre per quanto riguarda le violenze all’esterno la percentuale “scende” al 93%. E’ evidentemente un aspetto molto grave e angoscioso, che molte donne stanno cercando di risolvere, uscendo dal silenzio e raccontando il loro dramma, affinché sempre più donne trovino il coraggio di fare altrettanto.
Nonostante viviamo in una società che vorremmo definire moderna, la parità tra uomo e donna è ancora lontana, non tanto a livello legale, quanto a livello sociale, tant’è che sono tantissime le donne che affermano di aver subito ricatti sessuali sul lavoro. Ci sono inoltre donne che rinviano l’età in cui costruirsi una famiglia, aspettando di avere un lavoro stabile, che in certi casi non arriva mai, tanta è la paura di un datore di lavoro nel dover tenere una persona in regola senza ricevere in cambio manodopera, e i datori di lavoro in questione non sono solo uomini, ma anche donne che dagli uomini hanno preso il lato peggiore.
Quindi, in un giorno come oggi, più che regalare un mazzetto di mimosa (che comunque è sempre gradito!), pensiamo ad essere solidali con tutte le donne del mondo e a ricordare a tutte coloro che conosciamo quanto sono importanti.
Alice Baldassarri
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