Acqua bene comune. Tre parole che insieme significano politica, nel suo migliore significato.
L’acqua bene primordiale, fonte di vita, valore senza prezzo. Bene comune perché di tutti indistintamente, indisponibile al volere proprietario di chiunque, sia esso Stato o privato.
Abbiamo vissuto strani, terribili anni, in cui è cambiato il significato delle parole, in cui tanto ci hanno raccontato che ogni cosa doveva avere un cartellino di proprietà da farlo sembrare un credo indiscutibile. Tutto è passato di mano, una e più volte, lasciando ogni volta più poveri tutti, tranne i pochi intenti ad arricchirsi.
Abbiamo così perduto il lavoro e la saggezza di intere generazioni, senza che la nostra avesse nemmeno la possibilità di conoscerli e condividerli.
Nessuno di noi sa esattamente quando anche l’acqua ha iniziato a non appartenerci. Qualcuno l’ha scoperto mentre venivano sigillati i tubi della propria casa, altri quando il livello della bolletta è diventato insostenibile.
Abbiamo vissuto strani, terribili anni, in cui è cambiato il significato delle parole, in cui tanto ci hanno raccontato che ogni cosa doveva avere un cartellino di proprietà da farlo sembrare un credo indiscutibile. Tutto è passato di mano, una e più volte, lasciando ogni volta più poveri tutti, tranne i pochi intenti ad arricchirsi.
Abbiamo così perduto il lavoro e la saggezza di intere generazioni, senza che la nostra avesse nemmeno la possibilità di conoscerli e condividerli.
Nessuno di noi sa esattamente quando anche l’acqua ha iniziato a non appartenerci. Qualcuno l’ha scoperto mentre venivano sigillati i tubi della propria casa, altri quando il livello della bolletta è diventato insostenibile.
Ma siamo tornati a pensare all’assurdo di essere privati del dono della pioggia, della ricchezza dei fiumi e delle sorgenti, e anche del valore di quei tubi metallici interrati con cura dai nostri nonni e genitori, promessa di un’Italia migliore.
Con il pensiero è tornato il desiderio di lottare, con lo scopo semplice di rimettere le cose dove dovrebbero stare.
E quindi le firme per la legge di iniziativa popolare, e poi per i referendum, e la manifestazione di questo 4 dicembre, per chiedere che il governo Berlusconi non osi infliggere l’ennesimo colpo alla democrazia, lasciando che le sue pessime leggi agiscano prima che il popolo possa esprimersi con un voto ottenuto da un milione di cittadini.
Sinistra Ecologia Libertà ha percorso questa strada con la naturalezza di chi riconosce il paesaggio della propria identità.
Con il pensiero è tornato il desiderio di lottare, con lo scopo semplice di rimettere le cose dove dovrebbero stare.
E quindi le firme per la legge di iniziativa popolare, e poi per i referendum, e la manifestazione di questo 4 dicembre, per chiedere che il governo Berlusconi non osi infliggere l’ennesimo colpo alla democrazia, lasciando che le sue pessime leggi agiscano prima che il popolo possa esprimersi con un voto ottenuto da un milione di cittadini.
Sinistra Ecologia Libertà ha percorso questa strada con la naturalezza di chi riconosce il paesaggio della propria identità.
Siamo qui perché non potremmo proprio essere altrove, a batterci con i Comitati e a impegnarci con loro perché in ogni ambito della nostra pubblica amministrazione siano riconosciuti i principi alla base dei referendum.
Vogliamo che la risorsa idrica sia liberata per sempre dall’ingerenza dei privati, che si individuino forme di gestione rispettose del bene comune e non del profitto, che si cancelli il carattere di rilevanza economica, vero mostro etico e giuridico alla base dei guasti del presente.
Vogliamo che la risorsa idrica sia liberata per sempre dall’ingerenza dei privati, che si individuino forme di gestione rispettose del bene comune e non del profitto, che si cancelli il carattere di rilevanza economica, vero mostro etico e giuridico alla base dei guasti del presente.
Siamo partiti dall’acqua, ma camminando abbiamo scoperto che bene comune sono i trasporti, l’energia, la conoscenza. Bene comune oggi più che mai è il lavoro, che si vorrebbe invece sempre più scarso e privato, nella gestione e nella relazione.
Bene comune è la democrazia, se si vuole restituirle l’onore sottrattole da anni di appropriazione indebita berlusconiana.
Noi siamo qui, con l’Italia migliore, per riannodare la speranza capace di accendere il futuro.
Noi siamo qui, con l’Italia migliore, per riannodare la speranza capace di accendere il futuro.
Speriamo di essere con voi in questa impresa difficile eppure tanto necessaria.
Giovanni Paglia
Coordinatore regionale SEL E-R
Giovanni Paglia
Coordinatore regionale SEL E-R
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