«La vicenda Mirafiori e’ dirimente. Unisce chi ha un’altra idea di Italia». Il leader della sinistra: il Pd non abbia paura di unire il centrosinistra. Alleati col Terzo polo? C’è chi ha votato la riforma Gelmini
ROMA «Temo che il 2011 possa essere un percorso doloroso per una parte del mondo del lavoro e del non lavoro», dice Nichi Vendola. Le previsioni del presidente della Regione Puglia non sono confortanti. «Ci saranno – spiega – gli effetti delle manovre finanziarie di Tremonti, che cadranno sul corpo gia’ indolenzito del lavoro dipendente e del mondo della famiglia e dei pensionati. Sara’ un anno in cui vedremo esplodere in maniera acutissima la crisi sociale del Paese».
Prevede nuove, impetuose, manifestazioni di piazza?
In realta’ ci sono già tutti i giorni, dappertutto. Non solo quelle nel mondo dell’industria privata, ma un ribollire di vertenze e di lotte a tutti i livelli: penso ai settori della pubblica amministrazione, alla sanita’. Contemporaneamente c’e’ una perdita del potere di acquisto del salario e delle pensioni: le famiglie si impoveriscono e vedono nello steso tempo dimagrire le dimensioni del welfare. Questo accade in un Paese gia’ frastornato da un fatto inedito, che e’ la perdita di capitale sociale legato al futuro delle giovani generazioni.
Il lavoro, appunto. Sulla proposta Marchionne il Pd e’ diviso: Chiamparino e chi appoggia la linea Fiom- Cgil. Lei che posizione ha?
Non e’ solo una sfida arrogante contro il mondo del lavoro. E’ l’idea di un restringimento secco degli spazi di democrazia in questo Paese. Si vuole mettere il bavaglio a tutti coloro che non si allineano, imponendo l’eliminazione del sindacato che e’ renitente alla leva di Marchionne. Chi non e’ d’accordo non ha piu’ diritto ad esistere nei luoghi di rappresentanza dei lavoratori.
Altre aziende potrebbero adottare questo modello.
Il tema che dovremmo affrontare e’ cosa produrre, e poi come produrre. E la Fiom non si e’ mai sottratta ad un negoziato su come produrre. Reagisce alla capitolazione del sindacato. Da questo punto di vista ha cominciato una battaglia che non ha solo valore sindacale, ma civile e culturale, sociale.
Cambiamo argomento. Bersani le chiede piu’ generosita’ e rilancia una alleanza costituente che comprenda anche il Terzo polo.
Non penso di avere un difetto di generosita’. A molti che hanno l’abitudine di polemizzare con argomenti venali, e talvolta usando anche l’arma della contumelia, ho sempre replicato parlando di politica. Non ho mai accettato il terreno del ping pong polemico e ho replicato con quelli che chiamo i comizi d’amore.
In sostanza il messaggio e’: prima delle alleanze confrontiamoci su un programma?
Abbiamo una occasione straordinaria che e’ quella del caso Marchionne e Mirafiori. Un punto dirimente per costruire una visione e una coalizione con coloro che si sono opposti, per esempio, alla riforma Gelmini. In fondo cosa e’ un programma? E’ mettere insieme un’idea dell’Italia e della salvezza di questo Paese che oggi vive un declino drammatico.
Ma Sel un programma ce l’ha?
Vorrei capire perche’ lo chiedono soltanto a me. Comunque e’ riassumibile efficacemente con lo slogan: contro la precarietà. La destra ci ha promesso all’inizio della stagione berlusconiana la societa’ delle tre i: impresa, inglese, informatica. E ci ha regalato l’Italia delle tre p: poverta’, precarieta’, paura.
Nell’ipotesi di elezioni anticipate Sel andrebbe da sola?
Il popolo del centrosinistra chiede ai partiti del centrosinistra di essere capaci di una grande unita’ con il popolo e con i soggetti sociali in movimento e di saper lanciare una grande sfida innovativa. Da questo punto di vista noi siamo pronti non a vivere una piccola e modesta avventura elettorale, ma a sentirci costruttori del cantiere dell’alternativa al berlusconismo.
Quindi il bipolarismo non e’ finito?
E’ finito quello all’italiana. All’orizzonte mi pare ci sia comunque il Terzo polo, ovvero ci siano tre poli della scena politica italiana.
Ma Bersani vi vuole tutti insieme.
Il Terzo polo ha già risposto. E comunque in quell’ambito c’è anche chi ha votato la riforma Gelmini e sta continuando a votare progetti fondamentali del governo Berlusconi.
Si riferisce a Futuro e liberta’? Quindi gia’ boccia l’ipotesi Bersani.
Alla fine, per paradosso, si puo’ arrivare ad allearsi anche con Berlusconi per sconfiggere Berlusconi. Il problema, in realta’, e’ discutere di quale Italia vogliamo, di quali sono le ragioni del declino del nostro Paese e di un grande disegno riformatore.
A Natale a Berlusconi ha augurato di essere un buon nonno. Cosa augura al Pd per il 2011?
Quello che auguro a tutto il Paese. Di non avere piu’ paura.
ROMA «Temo che il 2011 possa essere un percorso doloroso per una parte del mondo del lavoro e del non lavoro», dice Nichi Vendola. Le previsioni del presidente della Regione Puglia non sono confortanti. «Ci saranno – spiega – gli effetti delle manovre finanziarie di Tremonti, che cadranno sul corpo gia’ indolenzito del lavoro dipendente e del mondo della famiglia e dei pensionati. Sara’ un anno in cui vedremo esplodere in maniera acutissima la crisi sociale del Paese».
Prevede nuove, impetuose, manifestazioni di piazza?
In realta’ ci sono già tutti i giorni, dappertutto. Non solo quelle nel mondo dell’industria privata, ma un ribollire di vertenze e di lotte a tutti i livelli: penso ai settori della pubblica amministrazione, alla sanita’. Contemporaneamente c’e’ una perdita del potere di acquisto del salario e delle pensioni: le famiglie si impoveriscono e vedono nello steso tempo dimagrire le dimensioni del welfare. Questo accade in un Paese gia’ frastornato da un fatto inedito, che e’ la perdita di capitale sociale legato al futuro delle giovani generazioni.
Il lavoro, appunto. Sulla proposta Marchionne il Pd e’ diviso: Chiamparino e chi appoggia la linea Fiom- Cgil. Lei che posizione ha?
Non e’ solo una sfida arrogante contro il mondo del lavoro. E’ l’idea di un restringimento secco degli spazi di democrazia in questo Paese. Si vuole mettere il bavaglio a tutti coloro che non si allineano, imponendo l’eliminazione del sindacato che e’ renitente alla leva di Marchionne. Chi non e’ d’accordo non ha piu’ diritto ad esistere nei luoghi di rappresentanza dei lavoratori.
Altre aziende potrebbero adottare questo modello.
Il tema che dovremmo affrontare e’ cosa produrre, e poi come produrre. E la Fiom non si e’ mai sottratta ad un negoziato su come produrre. Reagisce alla capitolazione del sindacato. Da questo punto di vista ha cominciato una battaglia che non ha solo valore sindacale, ma civile e culturale, sociale.
Cambiamo argomento. Bersani le chiede piu’ generosita’ e rilancia una alleanza costituente che comprenda anche il Terzo polo.
Non penso di avere un difetto di generosita’. A molti che hanno l’abitudine di polemizzare con argomenti venali, e talvolta usando anche l’arma della contumelia, ho sempre replicato parlando di politica. Non ho mai accettato il terreno del ping pong polemico e ho replicato con quelli che chiamo i comizi d’amore.
In sostanza il messaggio e’: prima delle alleanze confrontiamoci su un programma?
Abbiamo una occasione straordinaria che e’ quella del caso Marchionne e Mirafiori. Un punto dirimente per costruire una visione e una coalizione con coloro che si sono opposti, per esempio, alla riforma Gelmini. In fondo cosa e’ un programma? E’ mettere insieme un’idea dell’Italia e della salvezza di questo Paese che oggi vive un declino drammatico.
Ma Sel un programma ce l’ha?
Vorrei capire perche’ lo chiedono soltanto a me. Comunque e’ riassumibile efficacemente con lo slogan: contro la precarietà. La destra ci ha promesso all’inizio della stagione berlusconiana la societa’ delle tre i: impresa, inglese, informatica. E ci ha regalato l’Italia delle tre p: poverta’, precarieta’, paura.
Nell’ipotesi di elezioni anticipate Sel andrebbe da sola?
Il popolo del centrosinistra chiede ai partiti del centrosinistra di essere capaci di una grande unita’ con il popolo e con i soggetti sociali in movimento e di saper lanciare una grande sfida innovativa. Da questo punto di vista noi siamo pronti non a vivere una piccola e modesta avventura elettorale, ma a sentirci costruttori del cantiere dell’alternativa al berlusconismo.
Quindi il bipolarismo non e’ finito?
E’ finito quello all’italiana. All’orizzonte mi pare ci sia comunque il Terzo polo, ovvero ci siano tre poli della scena politica italiana.
Ma Bersani vi vuole tutti insieme.
Il Terzo polo ha già risposto. E comunque in quell’ambito c’è anche chi ha votato la riforma Gelmini e sta continuando a votare progetti fondamentali del governo Berlusconi.
Si riferisce a Futuro e liberta’? Quindi gia’ boccia l’ipotesi Bersani.
Alla fine, per paradosso, si puo’ arrivare ad allearsi anche con Berlusconi per sconfiggere Berlusconi. Il problema, in realta’, e’ discutere di quale Italia vogliamo, di quali sono le ragioni del declino del nostro Paese e di un grande disegno riformatore.
A Natale a Berlusconi ha augurato di essere un buon nonno. Cosa augura al Pd per il 2011?
Quello che auguro a tutto il Paese. Di non avere piu’ paura.
Marina Nemeth
da: Il piccolo
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