Ecco il testo dell'ordine del giorno presentato da Ugo Mazza al Primo Congresso regionale di SEL Emilia-Romagna e approvato all'unanimità.
Il Congresso della Regione Emilia-Romagna di Sinistra Ecologia Libertà
Il Congresso della Regione Emilia-Romagna di Sinistra Ecologia Libertà
esprime la propria ferma condanna contro l’attacco armato avvenuto per volontà del Re e del Governo del Regno del Marocco contro il campo eretto il 10 di ottobre da cittadini Saharawi nei pressi di EL Aaiun nel Sahara Occidentale, occupato militarmente e in modo illegittimo dal Marocco nel 1975.
Il Campo di Gdmeil Izik, era stato eretto nel deserto con il consenso dei proprietari dei terreni; era formato da oltre 8000 tende con la presenza fino a 20 000 Saharawi; era una forma di protesta pacifica contro la politica razziata e repressiva del Governo Marocchino e per rivendicare il loro diritto al lavoro, alla casa, alla scuola per i figli, alla salute e all’assistenza; per rivendicare la loro dignità di cittadini .
All’alba del 6 novembre 2010 esercito e polizia hanno assaltato il campo, incendiato le tende e violentemente aggredito cittadini e famiglie Saharawi inermi unite dal sogno dell’autodeterminazione e della libertà ; contro la violazione dei diritti umani e per lo svolgimento del referendum previsto dalle risoluzioni dell’ONU ma che il Marocco vuole a tutti i costi impedire.
Il Regno del Marocco, prima ha impedito all’ONU-MINURSO di entrare nel campo; ora impedisce agli osservatori internazionali di conoscere i fatti, il numero dei morti, dei feriti e delle persone “disperse”.
Secondo le valutazioni Saharawi oltre 10 sarebbero i morti, oltre 700 i feriti e oltre 200 gli arrestati, donne e uomini di ogni età, ora sottoposti a torture spaventose nelle carceri e a processi sommari senza alcuna assistenza legale in cui, per i giudici, fa fede solo il rapporto di polizia: come fu nei tribunali fascisti italiani.
Il Congresso Regionale di Sinistra Ecologia Libertà chiede:
- la fine delle persecuzioni contro i cittadini Saharawi ed esprime la propria vicinanza ai cittadini aggrediti e alle famiglie delle vittime oltre alla propria solidarietà al popolo Saharawi e alla Rappresentanza in Italia della Repubblica Araba Democratica Saharawi (RASD);
- la fine delle violenze contro le persone incarcerate, il rispetto del diritto della difesa durante i processi e dei diritti umani costantemente violati dal Marocco;
- che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, tramite la MINURSO già presente nel Sahara Occidentale, controlli il rispetto dei diritti umani e che operi con decisione per il rispetto delle proprie risoluzioni e per lo svolgimento del referendum nel Sahara Occidentale;
- che l’UE e l’Italia sospendano ogni accordo commerciale con il Marocco che prevede lo sfruttamento delle risorse del Sahara Occidentale (pesce, fosfati , minerali rari ecc.) fino a quando non sarà stabilito, tramite il referendum, la sovranità sul Sahara occidentale, così come sancito dal diritto internazionale;
- che il Governo Italiano, come per altri Paesi, pretenda il rispetto dei diritti umani da parte del Regno del Marocco prima di ogni accordo, sia bilaterale che della stessa Unione Europea.
I Saharawi chiamavano il campo di Gdmail Izik “il campo della dignità e della libertà” perché potevano finalmente parlare tra loro, cantare le loro canzoni, riunirsi e discutere liberamente, manifestare le loro idee: cosa che è a loro impedito nei territori occupati militarmente dal Marocco.
Questo campo ora non c’è più, ma il sogno dei Saharawi continua ed è dovere di ogni democratico battersi perché non sia più possibile uccidere i sogni; perché la libertà e l’autodeterminazione siano un diritto di tutti i popoli; perché i Saharawi possano finalmente decidere con il referendum del loro futuro.
Sinistra Ecologia Libertà si batte per il rispetto dei diritti di tutti i popoli e per la soluzione pacifica dei conflitti, a partire dalla questione palestinese, per la convivenza e l’amicizia tra i popoli, perché il Mediterraneo diventi un “mare di pace”e di prosperità per tutti.
Rimini, 16 gennaio 2011
Il Campo di Gdmeil Izik, era stato eretto nel deserto con il consenso dei proprietari dei terreni; era formato da oltre 8000 tende con la presenza fino a 20 000 Saharawi; era una forma di protesta pacifica contro la politica razziata e repressiva del Governo Marocchino e per rivendicare il loro diritto al lavoro, alla casa, alla scuola per i figli, alla salute e all’assistenza; per rivendicare la loro dignità di cittadini .
All’alba del 6 novembre 2010 esercito e polizia hanno assaltato il campo, incendiato le tende e violentemente aggredito cittadini e famiglie Saharawi inermi unite dal sogno dell’autodeterminazione e della libertà ; contro la violazione dei diritti umani e per lo svolgimento del referendum previsto dalle risoluzioni dell’ONU ma che il Marocco vuole a tutti i costi impedire.
Il Regno del Marocco, prima ha impedito all’ONU-MINURSO di entrare nel campo; ora impedisce agli osservatori internazionali di conoscere i fatti, il numero dei morti, dei feriti e delle persone “disperse”.
Secondo le valutazioni Saharawi oltre 10 sarebbero i morti, oltre 700 i feriti e oltre 200 gli arrestati, donne e uomini di ogni età, ora sottoposti a torture spaventose nelle carceri e a processi sommari senza alcuna assistenza legale in cui, per i giudici, fa fede solo il rapporto di polizia: come fu nei tribunali fascisti italiani.
Il Congresso Regionale di Sinistra Ecologia Libertà chiede:
- la fine delle persecuzioni contro i cittadini Saharawi ed esprime la propria vicinanza ai cittadini aggrediti e alle famiglie delle vittime oltre alla propria solidarietà al popolo Saharawi e alla Rappresentanza in Italia della Repubblica Araba Democratica Saharawi (RASD);
- la fine delle violenze contro le persone incarcerate, il rispetto del diritto della difesa durante i processi e dei diritti umani costantemente violati dal Marocco;
- che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, tramite la MINURSO già presente nel Sahara Occidentale, controlli il rispetto dei diritti umani e che operi con decisione per il rispetto delle proprie risoluzioni e per lo svolgimento del referendum nel Sahara Occidentale;
- che l’UE e l’Italia sospendano ogni accordo commerciale con il Marocco che prevede lo sfruttamento delle risorse del Sahara Occidentale (pesce, fosfati , minerali rari ecc.) fino a quando non sarà stabilito, tramite il referendum, la sovranità sul Sahara occidentale, così come sancito dal diritto internazionale;
- che il Governo Italiano, come per altri Paesi, pretenda il rispetto dei diritti umani da parte del Regno del Marocco prima di ogni accordo, sia bilaterale che della stessa Unione Europea.
I Saharawi chiamavano il campo di Gdmail Izik “il campo della dignità e della libertà” perché potevano finalmente parlare tra loro, cantare le loro canzoni, riunirsi e discutere liberamente, manifestare le loro idee: cosa che è a loro impedito nei territori occupati militarmente dal Marocco.
Questo campo ora non c’è più, ma il sogno dei Saharawi continua ed è dovere di ogni democratico battersi perché non sia più possibile uccidere i sogni; perché la libertà e l’autodeterminazione siano un diritto di tutti i popoli; perché i Saharawi possano finalmente decidere con il referendum del loro futuro.
Sinistra Ecologia Libertà si batte per il rispetto dei diritti di tutti i popoli e per la soluzione pacifica dei conflitti, a partire dalla questione palestinese, per la convivenza e l’amicizia tra i popoli, perché il Mediterraneo diventi un “mare di pace”e di prosperità per tutti.
Rimini, 16 gennaio 2011
SEL Emilia Romagna
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