DOCUMENTO POLITICO CONCLUSIVO DEL 1° CONGRESSO REGIONALE DI SEL E-R

 La commissione politica assume e condivide la relazione del Segretario Regionale uscente.

Viviamo in una regione che ha saputo rappresentare un modello di governo per la sinistra.Lo ha fatto a partire da un’idea di buona e piena occupazione, da un sistema di welfare avanzato e innovativo, costruito da una comunità coesa e unita nell'inseguire il sogno di una società diversa.Negli anni tuttavia l'ispirazione si è annebbiata, lasciando spazio all'amministrazione di un'eredità preziosa e tuttavia in costante depauperamento.La politica ha smarrito la capacità di essere costante tensione verso il futuro, per diventare luogo di concertazione di interessi sempre più inconciliabili, con il passaggio globale dall'età del compromesso keynesiano a quella del neo liberismo.
Oggi la crisi squassa le ultime certezze, disseminando i nostri territori dei segni terribili della cassa integrazione, della perdita di posti di lavoro, della precarietà, dell'insicurezza e paura montanti.Le politiche di bilancio della destra di Berlusconi e Tremonti fanno il resto, minando le fondamenta del welfare di prossimità, costringendo regione e enti locali a compiere ulteriori passi nello smantellamento delle reti di protezione sociale.

Noi non reggeremo, se non sapremo parlare con chiarezza il vocabolario dell'alternativa, se non avremo la capacità di riconnettere politica e società per costruire insieme le basi di un nuovo patto di cittadinanza.
Ce lo impone la consapevolezza che la crisi ci consegna una realtà di disoccupazione strutturale, che il vincolo ambientale ci impedisce di risolvere con la leva delle esternalità.Allo stesso tempo assumiamo la consapevolezza che l'Italia odierna sconti un peso della rendita finanziaria e immobiliare che blocca la possibilità di investimenti e innovazione.

Per questo proponiamo di indirizzare la nostra iniziativa politica secondo gli assi della tutela del territorio, della riconversione verde dell'economia, dell’investimento in saperi, ricerca e innovazione, dell'introduzione di forme di reddito di cittadinanza.Per questo crediamo che la politica debba riappropriarsi della propria capacità di disegnare il futuro, attraverso forme di programmazione e intervento che non possono limitarsi alla formula abusata dell'indirizzo e controllo. Questo vale per le prossime scelte dei Piani Strategici e Territoriali Regionali, che devono essere indirizzati alla riduzione degli impatti e al risparmio delle risorse e dei beni comuni ambientali.Allo stesso modo, si deve affrontare il dibattito sulla gestione dei servizio socio-sanitari, all'infanzia e alla non autosufficienza, dove è da ripensare il rapporto con i privati, che troppo spesso ha significato riduzione dei diritti dei lavoratori e abbassamento qualitativo, da rivedere i parametri della direttiva regionale sull’accreditamento.
L'alternativa della destra è davanti ai nostri occhi e ci parla il linguaggio dolciastro della famiglia, intesa come surrogato di un welfare cancellato e affidato alle donne,  le prime espulse o costrette ad abbandonare la dimensione lavorativa, oltre che maggiormente precarizzate e minacciate da un'inaccettabile innalzamento dell'età di pensione.Oppure quello più aspro e stridente del precariato di massa, del ricatto occupazionale e della concorrenza fra lavoratori.
Un dopoguerra senza guerra.

Uscire dalla crisi significa invece uscire dal modello che l'ha prodotta, a partire da una nuova centralità del lavoro, da un welfare universalistico e inclusivo, e da una rivoluzione ecologica nei modi e fini della produzione.

Sinistra Ecologia Libertà ritiene che l'Emilia Romagna possa tornare ad essere un modello di governo del cambiamento.Esistono infatti nei nostri territori le risorse umane ed economiche, le condizioni culturali e politiche perchè questo possa avvenire.È tuttavia necessario un intervento forte della politica, una nuova narrazione capace di rimettere in campo la dimensione di un progetto collettivo.

Riteniamo che il centrosinistra sia l'ambito in cui questo possa realizzarsi, senza cedimenti verso l'UDC o altre forze di ispirazione centrista.A partire dalle elezioni amministrative della prossima primavera siamo quindi impegnati nella costruzione di alleanze di centrosinistra in cui far emergere i temi centrali della nostra iniziativa politica.La fase in cui ci muoviamo è quella del tramonto del berlusconismo, che si accompagna all'attacco al sistema di relazioni industriali e sindacali costruito nel dopoguerra portato avanti da Marchionne.A essere in gioco sono il ruolo del sindacato, i diritti dei lavoratori, la posizione stessa dell'Italia nell'economia mondo.Il governo ha già dimostrato con la “riforma” Gelmini di condividere un'impostazione che colloca il nostro paese nella periferia globale.La sinistra all'opposto deve saper far vivere un'idea di rilancio della democrazia fuori e dentro i luoghi di lavoro, di avvio di un ciclo economico che faccia della ricerca e dell'innovazione e della cultura, i veri assi di sviluppo, che pratichi e parli il linguaggio della laicità, della riduzione delle disuguaglianze e dei diritti di cittadinanza  a partire dall’estensione del diritto di voto per i cittadini migranti.

La questione della differenza di genere, della libertà e del protagonismo delle donne deve essere assunta non come questione tra le tante, ma come questione paradigmatica per il rinnovamento della politica, con la necessità di riscrivere la relazione tra i generi e di potenziare le iniziative della Regione sul tema della prevenzione della violenza agita sulle donne.

Chiediamo, infine, le primarie di coalizione, che non possono essere vittima di tatticismi e paure.Le chiediamo non perché convinti della nostra forza, ma perché al contrario coscienti della nostra insufficienza, della condizione di asfissia che vivono le stanze di una politica separata.

Le primarie sono lo strumento per definire perimetro delle alleanze e contenuti. Senza di esse il centrosinistra si consegna a una deriva politicista che puó solo condurre alla sconfitta. È il nostro popolo che deve essere protagonista di una stagione di cambiamento, che non puó che partire da un grande percorso di partecipazione alle scelte fondamentali

L’Assemblea regionale neo-eletta, riunitasi al termine del Congresso, ha eletto all’unanimità, riconfermandolo in carica, Giovanni Paglia come Coordinatore regionale di SEL Emilia-Romagna e Lorenzo Cipriani come Tesoriere regionale.

Rimini, 16 gennaio 2011

Nessun commento: