Tre SI per il porto di Ravenna

Si al Nuovo terminal
Si ad un porto inclusivo
Si ad almeno il 30% di merce su ferrovia

Come candidata alle primarie del Centrosinistra per la presidenza della provincia di Ravenna, ritengo interessante e costruttivo il dibattito che in questi giorni si è riaperto sul nuovo terminal in zona Trattaroli, la cui realizzazione, a mio avviso, deve rispondere ad alcune precise indicazioni

Innanzitutto, il protagonismo di Sapir, terminalista a partecipazione pubblica che per la storia e la peculiarità  del nostro porto, deve anche caratterizzarsi come un soggetto attivo nella aggregazione di interesse verso il nostro scalo da parte di realtà dello shipping mondiale, emancipandosi ulteriormente dalla funzione di semplice gestore di banchine portuali.

Si, anche al coinvolgimento, nella chiarezza dei ruoli e dei percorsi, di grandi operatori mondiali, che possono apportare capacità industriale di efficientamento dei processi, catalizzare volumi di traffico, ed investire risorse finanziarie all’interno di un progetto realmente qualificante per il nostro territorio.

Positivo anche il coinvolgimento di CMC, che si candida ad essere attrice protagonista nella  realizzazione di questa struttura, investendo su un progetto di rilancio economico del nostro territorio, che potrà essere utile per uscire dalla crisi. La costruzione di un terminal portuale assolve ad una funzione economica e sociale, e si inserisce a pieno titolo nella storia del movimento cooperativo, molto più dell’impegno a realizzare una base militare!

Impossibile prescindere, in questo disegno strategico, dal ruolo attivo delle realtà che hanno contribuito alla costruzione/valorizzazione del nostro porto, a partire dalla Compagnia Portuale: un  progetto così ambizioso deve vedere coinvolti e coesi lavoratori, sindacati, istituzioni e imprese.

Condivido pienamente l’obiettivo di chi intende il porto come un “luogo inclusivo”- Inclusivo, aggiungo, prioritariamente della sicurezza e della qualità del lavoro; ecco perché oggi come non mai, è necessario confermare la validità e i contenuti del protocollo sulla sicurezza del lavoro, ed è necessario lavorare affinché questi siano estesi alle altre realtà portuali aderenti al NAPA (Noth Adriatic Ports Association).

Infine, la novità importante che rappresenta, a mio parere, una salto di qualità nel dibattito degli ultimi anni: la presa di coscienza cioè, del ruolo strategico che gioca il trasporto ferroviario, con l’obiettivo di raggiungere almeno il 30% del trasporto delle merci via ferro. Senza un adeguato sviluppo della rete ferroviaria, infatti, sia il porto che il nostro territorio saranno destinati al declino.

Sul disegno strategico nel suo complesso, grava una pesante ipoteca: la latitanza del Governo, nell’individuazione delle scelte e delle risorse. Per parte mia, mi impegno affinché questi contenuti siano prioritari nell’operato futuro dell’amministrazione Provinciale, e perché diventino atti concreti, non mere enunciazioni o promesse.

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