16 giugno 2011
I consiglieri regionali di SEL-Verdi Gian Guido Naldi e Gabriella Meo hanno depositato ieri un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta avanzando alcuni dubbi sulla legittimità della delibera di Correggio che garantisce dei contributi economici alle donne che scelgono di non abortire.
Le perplessità sono generate soprattutto dal ruolo assegnato ai membri dell’Associazione Movimento per la Vita.
“Il Movimento per la Vita – affermano i consiglieri – è un’associazione di fortissima impronta ideologica che si batte da anni per la rivisitazione sostanziale della legge 194 e delle norme che sanciscono la prioritaria libertà di scelta della donna, per la riforma dei consultori e per l’estensione dell’obiezione di coscienza anche per il personale farmaceutico. E’ opportuno che sia affidato proprio ai membri di questa Associazione il compito di svolgere i colloqui iniziali con le donne che devono valutare se rinunciare ad interrompere la gravidanza o se proseguire con l’IVG? Affermare poi che tali colloqui potranno essere svolti o dagli Assistenti Sociali o dai membri del Movimento per la Vita non sancisce nei fatti una sostanziale e, a nostro parere, discutibile parificazione di ruoli tra due realtà invece significativamente differenti?”.
“Le Linee Guida Regionali approvate nel 2008 – ricordano Naldi e Meo – aprivano alla possibile collaborazione delle associazioni di volontariato, ma per la realizzazione di interventi sociali ed assistenziali. A Correggio, invece, è prevista la presenza di tali associazioni nella fase antecedente la scelta della donna. Non vorremmo che, a leggere bene tra le righe di questa delibera, dietro al tentativo di sostenere la maternità delle donne in difficoltà economica si celasse la volontà di fare pressioni ideologiche sulla loro scelta; non vorremmo trovarci dinanzi all’ennesimo malcelato attacco alla legge 194 mascherato da sua piena applicazione.
“Abbiamo interpellato la Giunta – concludono i due consiglieri di SEL-Verdi – anche perché sappiamo che il modello correggese corre il rischio di fare numerosi proseliti in Emilia-Romagna. Ci sono giunte voci di delibere analoghe a Modena, Reggio Emilia, Forlì. Non vogliamo essere maliziosi, ma ci sembra tanto una riformulazione di quei due esperimenti che hanno riguardato l’ASL di Forlì e di Zola Predosa tre anni fa e che non sono stati per nulla condivisi dalla maggioranza in Regione”.
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