Beni Comuni-Economia Verde

La grande mobilitazione popolare che il “Forum dei movimenti per l’Acqua pubblica” è riuscito ad attivare attorno alla raccolta delle firme per i tre quesiti referendari (cui SEL ha concorso a pieno titolo) dimostra la voglia di partecipazione e di attenzione su problemi di vitale importanza.

In Emilia Romagna sono state depositate in Cassazione quasi 110.000 firme certificate, andando ben oltre le migliori previsioni. Le lunghe file ordinate ai banchetti hanno segnato un nuovo inizio per un cambiamento culturale significativo ed un efficace laboratorio di democrazia.

I Beni Comuni sono entrati nell’agenda politica sia locale che nazionale e la battaglia per la loro difesa e la loro promozione rappresenta un punto fermo che Sinistra Ecologia Libertà deve sostenere con forza a tutti i livelli politici ed istituzionali.

 Così come la difesa del diritto alla dignità del lavoro – sempre più minacciata in maniera diretta dai poteri forti di questo Paese – è altrettanto fondamentale ripensare il modo di produrre, il cosa produrre, il perché si produce e con quali finalità.

Sul fronte energetico, considerare il taglio delle emissioni climalteranti  come uno sforzo senza alcun ritorno, non si otterrà nessun cambiamento considerevole.Occorre entrare pertanto in nuova prospettiva. “La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile” (A. Langer).

97% di elettricità da rinnovabili al 2050, 92% degli usi totali di energia da rinnovabili al 2050, 95% la riduzione delle emissioni di CO2 rispetto al 1990, 2.650 miliardi di euro di risparmi di combustibile al 2050, 1.850 miliardi di euro di maggiori investimenti fino al 2050 rispetto allo scenario di riferimento, 19 miliardi di euro/anno risparmiati fino al 2050 (beneficio netto tra investimenti e risparmi in combustibili fossili), 85 miliardi di euro/anno il risparmio nella generazione di elettricità nell’anno 2050 rispetto allo scenario di riferimento, 940.000 nuovi posti di lavoro al 2020; 1,2 milioni al 2030 rispetto allo scenario di riferimento.

La roadmap presentata nel rapporto Energy[R]evolution per l’Europa e l’Italia, commissionato da Greenpeace e da EREC (European Renewables Energy Council), valuta il potenziale di sviluppo per i prossimi 40 anni.

Energia pulita + Occupazione, questo il concetto che ci piace.

Il sostegno alla raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare su “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima” deve essere incisivo e vincolante.

Sinistra Ecologia Libertà deve – anche grazie all’esperienza recentemente maturata – creare comitati unitari dove tutte le forze politiche, le associazioni, i movimenti ma anche e soprattutto i singoli cittadini si possano ritrovare assieme per ricostruire rapporti solidali e costruttivi.

Il futuro dell’Emilia Romagna è in un nuovo modello energetico, sociale, ambientale e tecnologico: energie rinnovabili, bioedilizia, agricoltura di qualità, tutela dei consumatori, trasporto ferroviario, reti telematiche, circolazione e condivisione dei saperi. Sole, vento e mare, ad esempio, rappresentano risorse straordinarie. Far crescere questo settore significa creare migliaia di nuovi posti di lavoro, stabili, qualificati, utili alla lotta contro l’emergenza climatica e la crisi economica.

L’Acqua, lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, il lavoro, la cultura e la formazione, i servizi pubblici locali sono Beni Comuni da tutelare, creando i presupposti per un ripensamento all’odierna crescita economica oramai non più eco-sostenibile.

Per tutto questo Sinistra Ecologia Libertà dell’Emilia Romagna si impegna:
  1. A partecipare attivamente (anche grazie al gruppo regionale “SEL Beni Comuni”) alla costituzione di comitati unitari e plurali per la raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare su “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”;
  2. Ad una mobilitazione nei territori per il riconoscimento dell’Acqua come Bene Comune e del Servizio Idrico Integrato come “privo di rilevanza economica”, impegnandoci per la modifica degli Statuti di competenza da parte dei nostri eletti e assessori;
  3. Ad organizzare momenti di incontro e di confronto sia interno che con le realtà locali dei partiti, movimenti e associazioni, sulla ri-pubblicizzazione della gestione e sul finanziamento del Servizio Idrico Integrato, dei servizi pubblici locali, della gestione dei rifiuti;
  4. A richiedere la moratoria ad ogni livello istituzionale sia delle leggi 133/2008 e 166/2009 che privatizzano le gestioni del Servizio Idrico Integrato sia della legge 42/2010 sulla soppressione delle ATO, fino allo svolgimento dei referendum connessi a tali tematiche;
  5. Ad aderire e partecipare alla manifestazione nazionale (su base regionale) indetta dal “Forum dei movimenti per l’Acqua Pubblica” convocata per il 4 dicembre 2010 e che avrà come parola d’ordine la moratoria delle leggi sulla privatizzazione, il sostegno ai tre quesiti referendari ed il supporto alla mobilitazione internazionale verso la Conferenza mondiale sul Clima (CoP 16), che si terrà a Cancun (Messico) dal 29 novembre al 10 dicembre prossimi;
  6. A partecipare (tramite il gruppo regionale sel beni comuni) a tutti i momenti locali, regionali e nazionali di incontro e confronto sia dei movimenti per l’acqua (forum dei movimenti), dei comitati referendari che dei comitati per la raccolta firme: “SI’ all’energia rinnovabile, dal petrolio al sole, NO al nucleare”
  7. A fare in modo di allargare l’attenzione dei vari Comitati territoriali per l’Acqua pubblica verso tutti i temi inerenti i Beni Comuni e la gestione dei servizi del territorio;
  8. A riconsiderare la gestione e lo smaltimento dei rifiuti alla luce delle nuove tecnologie ed a valutare l’opzione dei “Rifiuti Zero”, ridiscutendo il “Piano regionale per la gestione dei rifiuti”;
  9. Ragionare sul superamento dell’obiettivo 20+20+20, relativo allo sviluppo delle energie rinnovabili, disegnando una nuova prospettiva economica ed imprenditoriale di lungo periodo con l’adozione del Piano Energy Revolution promosso da Greenpeace e da Erec.
  10. Impegnarsi per l’eliminazione di ogni tipologia di sussidio a fonti fossili e nucleare a tutti i livelli amministrativi dove siamo rappresentati. Fermare l’apertura di nuove centrali a carbone e gli attuali piani di ritorno al nucleare. Adottare standard vincolanti, ambiziosi e migliorativi per l’efficienza energetica. Fornire incentivi stabili e definire obiettivi regionali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili (burden sharing). Impegno presso il nazionale per rimuovere le barriere allo sviluppo delle rinnovabili e riformare il mercato elettrico.
  11. A partecipare alle mobilitazioni contro l’apertura di nuove centrali a carbone (o altri combustibili fossili) e di qualunque inceneritore;
  12. Ad avviare uno studio sulla fattibilità di incentivi regionali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la creazione di nuova occupazione ed auto-imprenditorialità.
SEL Emilia Romagna

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